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I conti (ambientali) non tornano Stampa E-mail

I conti (ambientali) non tornano

di Antonio Sileo

IN ITALIA NEL 2023 LE IMMATRICOLAZIONI HANNO SEGNATO UNA NUOVA RIPRESA: PIÙ 19 PER CENTO, 250.000 AUTO IN PIÙ RISPETTO AL 2022 (A SUA VOLTA IN RECUPERO DEL 20 PER CENTO SUL 2021). E SE IL VERO NEMICO È LA CO2, BISOGNEREBBE GUARDARE CON PIÙ ATTENZIONE A GRANDEZZE FONDAMENTALI PER LA DECARBONIZZAZIONE. UNA DELLE PIÙ IMPORTANTI È LA DIMENSIONE DEL PARCO CIRCOLANTE

Nel mondo dell’auto la confusione dilaga, quasi come il Nulla de La storia infinita. Mentre scriviamo, ad esempio, è in corso un esplicito scontro tra il governo italiano e Stellantis, in tutto e per tutto rappresentato dall’amministratore delegato, il portoghese Carlos Tavares. Sempre più lontani i tempi in cui l’industria dell’auto italiana era in mano ad una famiglia, meglio una dinastia italiana.

Materia del contendere, manco a dirlo, i sussidi alle vetture elettriche (ed evidentemente, anche gli impianti in cui dovrebbero essere prodotte): a detta di Tavares – che pure è un grande appassionato di auto rombanti – insufficienti e intempestivi. La questione parte già trita, saremo quindi telegrafici: nel 2023 le elettriche più vendute in Italia sono state le Tesla Model Y e Model 3 (la prima è anche l’auto più immatricolata al mondo lo scorso anno); solo terza, in flessione e con grande distacco, la Fiat 500.

Quest’ultima, chissà come mai, non ha affatto beneficiato dell’aiuto – ipotizzato non si capisce in base a quale indagine di mercato, forse un focus group condotto tra gli associati del WWF – della versione elettrica (con rombo finto) della 500 Abarth: 185 in tutto, probabilmente nessuna comprata davvero da un privato. Un fatto simile non si vedeva dalla “Lancia” Flavia cabriolet del 2012, in verità una Chrysler 200 con i loghi cambiati, del tutto inadatta al mercato italiano ed europeo, tanto che fu acquistata solo dai concessionari.

Il mercato italiano è il quinto al mondo e di gran lunga il primo in Europa per superutilitarie o city car, le vetture di segmento A, quello della 500 appunto, dove spopola la Panda. Se la 500 elettrica (benché anche endotermica non sia mai stata economica) vende meno di un SUV e di una berlina di segmento D, significa semplicemente che non va incontro ai bisogni della maggior parte degli acquirenti. Limite per cui, a nostro modesto avviso, non c’è incentivo che tenga.[...]

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