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La decarbonizzazione è un tavolo a tre gambe Stampa E-mail

La decarbonizzazione è un tavolo a tre gambe

di Massimo Ricci / direttore della Divisione Energia ARERA


PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI SEMPRE PIÙ SFIDANTI LEGATI AL PROCESSO DI DECARBONIZZAZIONE SONO NECESSARIE TRE TIPOLOGIE DI INFRASTRUTTURE: LA RETE, GLI ACCUMULI E LE RINNOVABILI. IL SISTEMA POTREBBE ESSERE VISTO COME UN TAVOLINO LA CUI STABILITÀ DIPENDE DALLA CONTEMPORANEA PRESENZA DELLE TRE GAMBE E DAL LORO EQUILIBRIO IN TERMINI DI LUNGHEZZA. ALCUNE RIFLESSIONI

In passato l’obiettivo era portare l’energia dal luogo in cui veniva prodotta a quello in cui veniva consumata. C’era sostanzialmente un problema spaziale, risolto con le reti di trasmissione. Il problema del trasporto, e quindi delle infrastrutture di rete, oggi è rimasto; anzi, si è forse acuito con lo sviluppo delle rinnovabili, tipicamente ancora più distribuite rispetto alle fonti tradizionali che in qualche modo si potevano localizzare.

La caratteristica della maggior parte delle fonti rinnovabili è infatti quella di produrre energia “quando vogliono” (per questo sono dette non programmabili), ovvero quando è disponibile la fonte primaria, che non sempre coincide con il momento del fabbisogno. La flessibilità di adattare la produzione al fabbisogno è una caratteristica delle fonti tradizionali che fino ad oggi sono state anche in grado di compensare le rinnovabili non programmabili presenti nel sistema.

La crescita progressiva di queste ultime renderà sempre più drammatica la dimensione temporale, con la necessità di accumulare energia quando non serve e renderla disponibile in momenti successivi ovvero spostarla non nello spazio, ma nel tempo. La decarbonizzazione richiede, quindi, tre principali tipologie di infrastrutture: la rete, gli accumuli e le fonti rinnovabili.

Potremmo vedere il sistema come un tavolino la cui stabilità dipende dalla contemporanea presenza delle tre gambe (la quarta renderebbe la struttura iperstatica e l’analogia poco efficace) e dal loro equilibrio in termini di lunghezza; le rinnovabili senza gli accumuli e la rete si troverebbero nell’impossibilità di sfruttare pienamente la loro produzione e uno sviluppo limitato delle rinnovabili potrebbe rendere non necessari gli accumuli.

Per completezza meritano una citazione gli strumenti per garantire l’adeguatezza, cui peraltro potrebbero essere estese alcune riflessioni qui proposte. Le prime due – rete e accumuli – sono per certi versi simili perché spostano l’energia, l’una nello spazio e gli altri nel tempo, ed entrambi hanno un impatto sul mercato in quanto cambiano il valore dell’energia che vi transita; lo spostamento è infatti economicamente sensato se il valore dell’energia è diverso nelle due località (spaziali o temporali) tra le quali avviene lo spostamento.[...]

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