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Fenomenologia di un nemico subdolo Stampa E-mail

Fenomenologia di un nemico subdolo

di Valeria Zanini / ricercatrice FEEM Fondazione Eni Enrico Mattei


L’IMPATTO DELL’INCREMENTO DEI COSTI DEI BENI ENERGETICI RISULTA PARTICOLARMENTE ONEROSO PER I NUCLEI FAMILIARI CON REDDITI PIÙ LIMITATI. MA CHI SONO (E QUANTI SONO) I CLIENTI VULNERABILI? IN UN CONTESTO
IN CUI L’INCERTEZZA REGNA SOVRANA, UN TENTATIVO DI DEFINIZIONE DELLA POVERTÀ ENERGETICA E DEGLI STRUMENTI PIÙ EFFICACI PER CONTRASTARLA

Un rincaro delle condizioni economiche di fornitura relative ai consumi di gas naturale del 2,3 per cento ad agosto 2023, uno del 4,9 per cento a settembre e un ulteriore rialzo annunciato dall’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente (ARERA) in ottobre hanno portato a un aggravio del 12 per cento nei prezzi del gas di 6 milioni di famiglie rimaste nel mercato tutelato.

L’incremento delle bollette del gas per i clienti in servizio di tutela (ma anche sul mercato libero è difficile risparmiare) è in gran parte dovuto alla risalita delle quotazioni all’ingrosso, in parte causato dalle tensioni geopolitiche in Medio Oriente e ai timori di un sabotaggio del gasdotto finlandese Balticconnector e in parte legato agli aumenti fisiologici legati alla stagionalità, che ha portato all’incremento della componente del prezzo a copertura dei costi di approvvigionamento del gas naturale.

La cosiddetta CMEMm, Componente costo medio efficiente del mercato, ha toccato a ottobre 2023 quota 51,52 centesimi di euro per metro cubo (mc), il 16,1 per cento in più rispetto al mese precedente, secondo l’aggiornamento ARERA per ottobre, portando il prezzo di riferimento del gas a 106,13 centesimi di euro per mc.

Piove (più) sul bagnato
Sotto il profilo dell’equità distributiva, l’impatto dell’incremento dei costi dei beni energetici risulta particolarmente oneroso per i nuclei familiari con redditi più limitati. Ciò è dovuto sia alle minori disponibilità, sia al fatto che queste famiglie destinano una percentuale più elevata del proprio reddito all’acquisto dei beni energetici rispetto a quelle con redditi più elevati.

Nel 2022, gli italiani in povertà energetica hanno consumato il 2,7 per cento di energia in meno rispetto all’anno precedente. Se parte di questa diminuzione può essere legata alle campagne di sensibilizzazione alla riduzione dei consumi, in molti casi è stata una scelta necessaria. Molte associazioni testimoniano infatti che una delle prime scelte delle famiglie in povertà energetica quando le bollette salgono è quella di staccare il riscaldamento e diminuire il più possibile i consumi. Nel 2022, però, non è bastato.

A fronte di una diminuzione dei consumi, la spesa sostenuta per l’energia nel mercato tutelato è aumentata del 49,9 per cento. In realtà, l’incremento dei costi all’ingrosso rispetto al 2021 era stato pari al 165 per cento per il gas naturale e al 142 per cento per l’elettricità: senza gli aiuti del Governo, il quadro nel 2022 sarebbe stato molto peggiore.[...]

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