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Nucleare: dove vai se la norma non ce l’hai? Stampa E-mail

Nucleare: dove vai se la norma non ce l’hai?

di Antonio Di Martino e Antonio Sileo

L’ULTIMO TENTATIVO DI RITORNARE ALLA PRODUZIONE DI ENERGIA DA FONTE ELETTRONUCLEARE HA RAPPRESENTATO UN ESEMPIO EMBLEMATICO DELLE DIFFICOLTÀ, DEI LIMITI E DEI RITARDI CHE IL NOSTRO PAESE È SOLITO INCONTRARE. RIPASSARE OGGI QUELLE VICENDE POTREBBE ESSERE D’AIUTO PER RICORDARE COME SIANO MANCATI SIA UN SERENO E LEALE CONFRONTO TRA STATO, REGIONI ED ENTI LOCALI, SIA UN DIBATTITO APPROFONDITO IN SENO ALL’OPINIONE PUBBLICA

Come la fenice, il nucleare - o, meglio, il ritorno alla produzione di energia da fonte elettronucleare - è ritornato nel dibattito italiano.

Puntualmente, potremmo quasi dire, con l’inizio della XIX legislatura e qualche prodromo in campagna elettorale (quest’ultima, circostanza invero non rara), complice altresì l’evoluzione tecnologica (anch’essa non proprio una novità), da più parti è stata ribadita la necessità che il nostro Paese si doti di una fonte pulita, almeno in relazione alle emissioni climalteranti, ed esente da problemi di discontinuità e consumo di suolo, ma ben più di altre soggetta a problemi di accettabilità, come (appunto) l’energia nucleare.

Va detto da subito che in Italia, ma anche altrove, l’accettabilità - da tempo e in misura crescente - scarseggia per qualsivoglia opera. Tuttavia, nel caso specifico dell’uso a fini energetici e pacifici dell’energia nucleare (o atomica, come si diceva una volta), gli aspetti del consenso trascendono i rapporti con i territori ospitanti gli impianti per assumere un carattere multidimensionale e sistemico.

Questo perché l’atomo richiede che tutti gli anelli della lunga catena (industria, utilities, autorità di sicurezza e di regolazione, Pubblica Amministrazione) funzionino bene per avere successo. In sintesi, una condizione che non può essere disgiunta da un set di norme e regole efficaci.

Prescindendo, dunque, dalle questioni economiche e di mercato – non semplici e tutt’altro che scontate – crediamo sia utile ripercorrere cosa sia avvenuto nell’ultima rinascita nucleare bruciata dal referendum di giugno 2011, le cui fiamme avevano già iniziato a divampare in occasione dell’incidente di Fukushima Dai-ichi avvenuto nel mese di marzo di quello stesso anno. [...]

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