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Perché ho cambiato idea sul nucleare Stampa E-mail

Perché ho cambiato idea sul nucleare

di Rosa Filippini / past president Amici della Terra e direttrice de L’Astrolabio

GLI AMICI DELLA TERRA SONO NATI NEL 1978, PROPRIO SULL’ONDA DEI MOVIMENTI ANTINUCLEARI PRESENTI IN EUROPA E NEGLI STATI UNITI, E HANNO AVUTO UN RUOLO IMPORTANTE NELL’OPPOSIZIONE AL PROGRAMMA NUCLEARE CIVILE IN ITALIA. I PERCHÉ DI ALLORA, LE RAGIONI DI OGGI

Sì, ho cambiato idea. Radicalmente. Non credo che sia uno scandalo - «solo i cretini non cambiano mai opinione» diceva qualcuno - ma nel mio attuale ruolo di direttrice del giornale degli Amici della Terra penso di dover spiegare il perché di questo cambiamento.

Per un senso di lealtà verso gli iscritti e i dirigenti dell’Associazione e, comunque, per chiarezza verso lettori e interlocutori che, per anni, ci hanno visto parteggiare per un futuro non nucleare, sia pure con gli importanti distinguo che hanno caratterizzato gli atteggiamenti e i comportamenti degli Amici della Terra rispetto a quelli della maggioranza dei gruppi ambientalisti.

Alcune cose non sono cambiate mai
Gli Amici della Terra sono nati nel 1978 proprio sull’onda dei movimenti antinucleari presenti in tutta Europa e negli Stati Uniti. Abbiamo avuto un ruolo importante nell’opposizione al programma nucleare italiano agendo dall’interno del Partito Radicale, che in quegli anni aveva fatto il suo ingresso in Parlamento con un minuscolo ma agguerritissimo gruppo di deputati.

L’impegno forte di Pannella e Bonino consentì una grande visibilità ed efficacia alle nostre iniziative dentro e fuori il Parlamento, compresa la raccolta di firme, nel 1980, per un primo referendum popolare sulle leggi e gli accordi che erano alla base del programma nucleare italiano. La consultazione non si tenne, a causa della bocciatura del quesito da parte della Corte Costituzionale.

Tuttavia, non penso di esagerare nell’attribuire a quella mobilitazione (popolare, politica, persino accademica) il merito - o la colpa? - della nascita di una vasta e diversificata opinione antinucleare che attraversò tutti i partiti di governo e di opposizione - e l’editoria - e che, poi, diventò maggioritaria nel Paese a causa dell’incidente di Chernobyl. Quell’opinione - ovvero, quel sentimento - fu determinante anche per la nascita del movimento ambientalista e poi delle Liste verdi.

Certamente, anche questa circostanza contribuì a rendere ideologica la scelta antinucleare ben al di là delle mie intenzioni di giovane deputata nel primo gruppo di verdi in Parlamento. Il successo repentino della mobilitazione e del referendum post Chernobyl, la crisi e la debolezza della classe politica di quegli anni assestarono un colpo mortale al programma nucleare italiano determinando persino la chiusura anticipata delle centrali esistenti.[...]

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