IN ABB HANNO SEMPRE PRESO SUL SERIO LE PROPRIE RESPONSABILITÀ SOCIALI E AMBIENTALI: IL PRIMO BILANCIO DELL’IMPRONTA AMBIENTALE RISALE AL 1994 ED È DEL 2000 IL PRIMO RAPPORTO DI SOSTENIBILITÀ. UN APPROCCIO INCORPORATO AL BUSINESS PER CREARE VALORE A LUNGO TERMINE PER CLIENTI E FORNITORI, DIPENDENTI E COMUNITÀ CHE OSPITANO I SITI PRODUTTIVI
Sono tre i pilastri sui quali si basa la strategia di sostenibilità al 2030 di ABB: ridurre le emissioni di CO2, preservare le risorse, promuovere il progresso sociale. Questi sono poi legati tra loro da un quarto principio fondante: agire con integrità e trasparenza lungo tutta la catena del valore.
Abbiamo chiesto a Simona Alberini, Country Holding Officer e presidente del Consiglio di Amministrazione di ABB Spa, di raccontare a Nuova Energia l’approccio sostenibile dell’azienda, gli obiettivi che si pone e i risultati raggiunti. “Incorporiamo la sostenibilità in tutto ciò che facciamo, per creare valore a lungo termine. Perché in ABB non conta solo ciò che facciamo, ma come lo facciamo”.
Dalle ambizioni alle azioni, insomma.
Le nostre tecnologie si rivolgono a settori - industria, edifici, trasporti e infrastrutture - che rappresentano tre quarti del consumo energetico globale. Per questo vogliamo aiutare i nostri clienti e fornitori a migliorare l’efficienza e ridurre le emissioni, ottimizzando i consumi. Anche perché gran parte delle tecnologie necessarie ad aumentare l’efficienza energetica esistono già.
Il corretto dimensionamento dei macchinari per evitare sprechi di energia, l’elettrificazione delle flotte, l’installazione di sensori e il monitoraggio digitale dei consumi, l’impiego di azionamenti a velocità variabile (che migliorano l’efficienza di un motore elettrico fino al 25 per cento), l’aggiornamento dei componenti obsoleti dei sistemi di distribuzione BT tramite kit di retrofit sono solo alcuni esempi dei possibili campi di intervento. L’Energy Efficiency Movement di ABB - il forum globale degli stakeholder che vogliono agire insieme per accelerare la transizione verso economie efficienti - riunisce quasi 350 aziende (movers) di diversi settori industriali da oltre 30 Paesi, per sensibilizzare sulle opportunità di efficientamento energetico.
Lo stesso vale nel settore degli edifici e nei trasporti?
Le soluzioni BMS (Building Management System) di ABB permettono di controllare e ottimizzare i consumi degli impianti elettrici degli edifici, l’illuminazione e la climatizzazione, risparmiando energia e riducendo quindi le emissioni. Nel settore dei trasporti sostenibili, oltre a essere presenti nel segmento della mobilità elettrica su strada, siamo impegnati nell’elettrificazione del trasporto ferroviario e nautico. ABB E-mobility ha realizzato in Italia, a San Giovanni Valdarno (in provincia di Arezzo), il suo più grande impianto di produzione di stazioni di ricarica in corrente continua per veicoli elettrici. Con un investimento di 30 milioni di dollari abbiamo raddoppiato la nostra capacità produttiva, e grazie alle 7 linee di produzione il Centro di eccellenza mondiale di ABB per la mobilità elettrica produce una stazione di ricarica veloce in corrente continua ogni 20 minuti. Ne abbiamo vendute oltre 680.000 in più di 85 mercati.
Per avere trasporti sostenibili risulta essenziale anche ampliare l’elettrificazione delle reti ferroviarie.
In media, un treno elettrico emette tra il 20 e il 35 per cento di CO2 in meno per passeggero per chilometro rispetto a un treno diesel. Negli ultimi 15 anni l’efficienza energetica delle ferrovie europee è migliorata e le emissioni totali di gas serra imputabili a questo settore si sono dimezzate. Ma i diversi standard tecnici rappresentano uno dei principali ostacoli alla realizzazione dell’interoperabilità dei servizi ferroviari sul mercato europeo. Esistono infatti 15 diversi sistemi nazionali di segnalazione e 5 diversi sistemi per la fornitura di elettricità (il cosiddetto voltaggio). I sistemi nazionali differiscono anche nelle procedure di gestione, nella lunghezza dei binari di precedenza, nei sistemi di sicurezza, perfino nella formazione dei macchinisti.
ABB fornisce soluzioni efficienti dal punto di vista energetico - componenti per i sistemi di trazione dei treni, soluzioni di stoccaggio di energia per batterie e servizi di ammodernamento - per tutte le ferrovie europee.
Un altro ambito decisivo per l’elettrificazione dei trasporti è quello dell’industria nautica.
Il segmento più facilmente elettrificabile è quello dei traghetti che trasportano merci e passeggeri percorrendo lo stesso tragitto di andata e ritorno. In queste situazioni è infatti possibile dimensionare in maniera precisa le batterie, tenendo conto delle variabili della navigazione più sfavorevoli (condizioni atmosferiche e correnti). Inoltre, anche i punti di attracco possono essere dimensionati con precisione per effettuare la ricarica da terra a nave (denominata shore-to-ship), e questo permette di realizzare un ambiente più sostenibile non solo per i passeggeri e l’equipaggio, ma anche per i lavoratori portuali e i residenti, riducendo le emissioni e l’inquinamento acustico.
ABB è pioniere per le soluzioni di shore connection delle navi in porto…
Le grandi navi ormeggiate nei porti hanno bisogno di elettricità per far funzionare i sistemi di bordo quali la ventilazione, l’illuminazione, il riscaldamento, il condizionamento e tutti gli altri servizi. Collegandosi a una rete elettrica di terra, una nave da crociera può spegnere i motori, eliminando il rumore e le vibrazioni, e riducendo le emissioni di CO2 fino al 35 per cento durante la sosta in porto. Ad oggi, ABB ha commissionato soluzioni di connessione a terra per 150 diverse tipologie di navi in tutto il mondo, inclusi traghetti, navi da crociera e portacontainer.
Se sull’impatto ambientale delle attività operative (e relative emissioni evitate) i risultati raggiunti sono tangibili - già dal 2019 tutti i siti ABB sono alimentati al 100 per cento da fonti rinnovabili certificate - quali modelli di economia circolare state adottando per conservare le risorse?
Nella nostra catena del valore abbiamo ridotto i rifiuti, aumentato il riciclo e la riutilizzabilità dei materiali, ma soprattutto abbiamo reso i nostri prodotti più durevoli. Con la denominazione ABB EcoSolutions garantiamo la piena trasparenza sugli impatti ambientali dell’intero ciclo di vita dei prodotti che riportano questa etichetta. Progettati per evitare gli sprechi e fabbricati con materie prime di massima qualità, i prodotti ABB EcoSolutions sono conformi a una serie chiara di indicatori chiave di prestazione (KPI) definiti nell’ABB’s Circularity Framework e sono corredati da una dichiarazione ambientale di prodotto (ISO 14025) o da una valutazione del ciclo di vita verificata da un organismo indipendente (ISO 14040). Tornando alla trasparenza, questa è una certificazione che può essere una garanzia anche per i nostri clienti.
Nel ridurre l’utilizzo di materiali rappresentate già delle eccellenze nell’ambito dell’industria: in quali aspetti pensate di migliorare ancora?
Vogliamo raggiungere l’obiettivo di zero rifiuti industriali smaltiti in discarica provenienti dalle nostre attività. Oggi, circa il 40 per cento dei nostri siti ha smesso di inviare rifiuti alle discariche e gli stabilimenti di Frosinone e di Santa Palomba – che assieme a Dalmine hanno ottenuto il riconoscimento del Ministero delle Imprese e del Made in Italy come Lighthouse Industry 4.0 – hanno già raggiunto il target zero rifiuti in discarica. E poi c’è il retrofit, che ha l’intento di trasferire la nostra impronta circolare anche ai nostri clienti.
Con il termine inglese revamping si indicano interventi di ristrutturazione sulle parti meccaniche e sulle strutture delle macchine. Se oltre alla ristrutturazione meccanica si introducono all’interno della macchina anche nuovi sistemi di controllo elettronico, abbiamo un intervento di retrofit, che permette di migliorare le prestazioni delle macchine rispetto ai valori di partenza, offrendo l’opportunità alle aziende clienti di salvare quelle più datate ma ancora funzionanti. Una volta concluso il retrofit, la macchina è sottoposta al collaudo come se fosse nuova.
La sostenibilità del prodotto - soprattutto quando non viene tutelata dalle istituzioni europee - rappresenta anche un costo a carico delle aziende.
Occorre certo una riflessione da parte del legislatore europeo e dei vari governi nazionali su come regolamentare gli ingressi nel nostro mercato. Detto questo, credo che la sostenibilità sia un costo soprattutto per le piccole e microimprese. Per tutte le altre, vedo più un rischio legato al costo del “non fare”: quanto costa non essere sostenibili in termini di competitività, di possibilità di accedere a dei mercati, di attrarre talenti? [...]
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