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Fotovoltaico, all’Italia basterebbero i capannoni industriali Stampa E-mail

Fotovoltaico, all’Italia basterebbero
i capannoni industriali

di Angelo Spena / professore emerito Università di Roma Tor Vergata e presidente GME

L’ARTICOLO APPROFONDISCE L’INIZIATIVA PER I TETTI SOLARI, CONTENUTA NEL PIANO REPOWER EU E VOLTA, INSIEME AD ALTRE, A SUPERARE LE SFIDE CONNESSE ALLA TRANSIZIONE ECOLOGICA MINIMIZZANDO IL CONSUMO DI SUOLO E CONTENENDO LE VOCI DI SPESA STRUTTURALI COME QUELLE RELATIVE ALL’ADEGUAMENTO DELLA RETE

Fonti rinnovabili
e sostenibilità

Nel febbraio 2022, il Piano per la transizione ecologica (Pte) approvato dal
Cite (G.U. del 15 giugno 2022, n. 138) prospettava, per rispettare gli obiettivi europei del pacchetto Fit for 55 ai fini del raggiungimento della neutralità climatica al 2050, un fabbisogno di nuova potenza da rinnovabili (essenzialmente solare più eolico) al 2030 di 70-75 GW e fin di 200-300 GW
al 2050. Sul realismo e la sostenibilità di quest’ultimo traguardo - conseguenza del Piano REPowerEU che prevede, a causa della guerra in Ucraina, un ulteriore aumento di 45 GW/anno totali europei - non è il caso qui di soffermarsi.

Più recentemente, la proposta di aggiornamento del PNIEC presentata a Bruxelles nel luglio 2023 ha precisato in 80 GWp totali l’obiettivo fotovoltaico al 2030. A fronte, a inizio febbraio 2023, le richieste a Terna di connessione in AT (per più di 10 MWp) di nuovi impianti di generazione da fonte rinnovabile avevano già raggiunto 340 GW di potenza cumulata (di cui il 37 per cento, pari a 125 GWp, da fonte solare): quasi cinque volte (!) gli obiettivi che l’Italia si è data nel Pte al 2030.

In Italia, la potenza fotovoltaica installata esistente al 31.12.2022, secondo il Gestore dei Servizi Energetici (GSE), era pari a 25,05 GWp di cui il 35 per cento a terra e il 65 per cento su edifici, tetti, coperture, così ripartiti: 6,3 GWp nel settore domestico; 13,3 GWp nell’industria e commercio; 5,4 GWp presso utility. Tale capacità, secondo il Renewable Energy Report 2023 del Politecnico di Milano, risulta geograficamente così distribuita: impianti di taglia inferiore a 20 kWp (il 25 per cento della potenza totale) per il 55 per cento nel Nord Italia; impianti di taglia superiore a 1 MWp (il 22 per cento della potenza totale) per il 50 per cento al Sud e nelle Isole); impianti di taglia intermedia (il 52 per cento del totale) per il 49 per cento nel Nord Italia.

In particolare, gli impianti fotovoltaici fino a oggi installati a terra (8,47 MWp), secondo il GSE, hanno occupato 158 km
2, con una densità di potenza media di 53,6 Wp/m2. Secondo Istat (2022), più genericamente, si tratterebbe di circa 9 MWp/176 km2 = 51,1 Wp/ m2. Istat ritiene che le differenze tra questi due valori possano essere attribuite alla differente risoluzione dei dati: quelli GSE derivanti dalla documentazione di ogni singolo impianto, quelli SNPA derivanti da fotointerpretazione di immagini telerilevate, con risoluzione di 10 metri.

Questi ultimi potrebbero pertanto includere anche le aree di pertinenza degli impianti. Assumendo pertanto una densità di potenza media di (53,6+51,1)/2=52,35 Wp/m
2 e, di qui al 2030, una sostanziale parità di tecnologie, di efficienze e di regole dell’arte - quelle cioè oggi consolidate sul mercato - anche solo con gli aggiuntivi 55 GWp previsti dal PNIEC rischia di essere antropizzato fino a un altro 3 per cento del territorio nazionale: da 368 ulteriori km2 di suolo se solo per il 35 per cento a terra, come accaduto finora,
a oltre 1.000 (1.051) ulteriori km
2 se al 100 per cento a terra.[...]

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