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Liberare l’energia Stampa E-mail

Liberare l’energia

di Massimiliano Iervolino / segretario di Radicali italiani
e
Igor Boni / presidente di Radicali italiani


LA PROPOSTA DEI RADICALI ITALIANI: MODIFICARE L’ARTICOLO 117 DELLA COSTITUZIONE, AGGIUNGENDO “PRODUZIONE, TRASPORTO E DISTRIBUZIONE NAZIONALE DELL’ENERGIA” TRA LE COMPETENZE UNIVOCHE DELLO STATO. IN QUESTO MODO SI TOGLIE DI FATTO L’ENERGIA DALLE COMPETENZE CONCORRENTI TRA STATO E REGIONI, LIBERANDOLA DA BUROCRAZIE E LOCALISMI

Radicali Italiani, dopo un lungo lavoro di elaborazione, ha deciso di lanciare una campagna di raccolta firme su sei progetti di legge di iniziativa popolare. Tra questi, uno riguarda la necessità impellente di velocizzare la transizione energetica in Italia, provando a raggiungere gli obiettivi prefissati di produzione da energie rinnovabili.

La proposta mira a modificare l’articolo 117 della Costituzione, aggiungendo
la “produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia” tra le competenze univoche dello Stato, togliendo di fatto l’energia dalle competenze concorrenti tra Stato e Regioni.


La riforma del Titolo V della Costituzione del 2001 - per certi versi da noi considerata una controriforma - ha in molti casi ridotto la capacità dello Stato di risolvere problemi di interesse generale e ha portato a privilegiare gli interessi locali a discapito delle scelte strategiche del Paese. Inoltre, ha consegnato tali scelte nelle mani di amministratori troppo spesso legati saldamente al consenso di piccoli gruppi di dissenso territoriali.

Sull’energia si sono giocati e si giocano conflitti istituzionali molto importanti tra potere centrale e locale, con il risultato che burocrazie e localismi rallentano, impediscono, riducono, la messa a terra degli impianti necessari per favorire l’uscita dall’era dei combustibili fossili nel nostro Paese.

Il coinvolgimento delle Regioni - paritetico nei confronti dello Stato nella realizzazione di infrastrutture strategiche nazionali, a partire dalla fase di localizzazione delle opere - si traduce inevitabilmente in conflitti e stalli decisionali nelle conferenze di servizi.[...]


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