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Nelle case UK non c’è spazio per l’H2: lo dice l’esperto Stampa E-mail

Nelle case UK non c’è spazio per l’H2:
lo dice l’esperto

di Carolina Gambino

UNA IMPONENTE REVIEW DI STUDI PARREBBE SCRIVERE LA PAROLA FINE ALL’OPZIONE IDROGENO PER IL RISCALDAMENTO DOMESTICO. SULL’ALTALENA TRA SCIENZA E POLITICA, POCO INVIDIABILE È LA POSIZIONE DEI DECISORI, ANCHE MENO QUELLA DELL’UOMO COMUNE. TRA LIBERTÀ DI SCELTA (PIÙ O MENO INFORMATA) E DIRETTIVE DALL’ALTO, SI PERDE DI VISTA L’UNICO FATTORE OGGETTIVO: IL TEMPO

Le tre versioni di ogni storia:
la mia, la tua e quella vera

Spulcio notizie sull’idrogeno nelle sue varie declinazioni - riscaldamento incluso - da circa due anni. Dall’uscita delle più recenti strategie energetiche nazionali ed europee, alcune delle possibili applicazioni si sono ampliate, altre ridimensionate, altre ancora sono finite in standby. Il riscaldamento pare giunto al capolinea prima ancora di iniziare.

A fine settembre 2022 esce su Joule - rivista scientifica peer-reviewed interamente dedicata alla ricerca in campo energetico – un articolo frutto di una massiccia review di 32 studi indipendenti sull’idrogeno nel riscaldamento domestico firmato da Jan Rosenow. [...]. In lista tra i 25 esperti più influenti al mondo in ambito energetico, nel coro di voci sul tema Rosenow non è, decisamente, una campana qualunque. Al contrario: curriculum e posizione attuale ne fanno, si direbbe, l’esperto degli esperti.

Gli studi in esame appartengono a 4 grandi categorie – modellazione dei costi energetici, modellazione dei costi per il consumatore, valutazione dell’impatto ambientale, e revisione delle evidenze scientifiche. Geograficamente i dati provengono da Repubblica Ceca, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Spagna, Gran Bretagna, con l’aggiunta dello Stato della California e qualche incursione nelle singole città - Amburgo e San Paolo del Brasile.

L’elenco delle conclusioni si riassume all’estremo in due punti: l’idrogeno usato per riscaldare risulta molto meno efficiente e molto più costoso delle alternative - non solo delle pompe di calore, ma anche di teleriscaldamento e solare termico - e l’impatto ambientale del riscaldamento a idrogeno rimane - un po’ sorprendentemente - a margine: solo uno studio, su 32 analizzati, si occupa di questo aspetto.

L’inefficienza affligge l’idrogeno dalla culla alla caldaia: 80 per cento l’efficienza media di un elettrolizzatore, 85 per cento quella di una caldaia media. Il tasso di efficienza complessiva del riscaldamento a idrogeno risulta del 70 per cento. Una pompa di calore genera da tre a quattro unità di calore per unità di energia elettrica; serve cinque volte più elettricità per riscaldare un’abitazione con l’idrogeno di quanta ne serva con la pompa di calore, singola o come parte di una rete di riscaldamento.[...]

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