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Sostenibilità: l’importanza del dato Stampa E-mail

Sostenibilità: l’importanza del dato

di Giacomo Selmi

IL PROBLEMA PRINCIPALE LEGATO AL REPORTING È LA MANCANZA DI PROCESSI BEN DEFINITI E UNA DIFFICOLTÀ SPESSO ENDEMICA NEL REPERIMENTO DI INFORMAZIONI IN AZIENDE CHE NON HANNO MAI AFFRONTATO IL TEMA DELLA SOSTENIBILITÀ IN MODO STRUTTURATO

È abbastanza evidente che la sostenibilità, e molto di quello che ci ruota intorno, è stata relegata per tanto tempo alla sfera delle buone intenzioni, spesso - specialmente nelle aziende di medie dimensioni, ma non solo - delegando il ruolo di responsabile alle funzioni del marketing e della comunicazione.
Con l’incarico veniva di solito anche – e spesso solo – l’incombenza della preparazione del report di sostenibilità (il non financial report), senza però fornire gli strumenti necessari per rendere efficiente il processo.

La recente approvazione della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) da parte della Commissione Europea, che va a sostituire la NFRD Non-Financial Reporting Directive, riporta all’attenzione il tema del report di sostenibilità creando (forse) un po’ di panico nelle aziende, sicuramente in quelle meno strutturate o con una attenzione alla sostenibilità che si ferma al board, ma garantendo coerenza ed efficacia alla rendicontazione.

Il problema principale legato al reporting - e che tenderà ad ampliarsi a causa della introdotta obbligatorietà - è la mancanza di processi ben definiti e una difficoltà spesso endemica nel reperimento di informazioni in aziende che non hanno mai affrontato il tema della sostenibilità in modo strutturato.

Siamo d’accordo che la sostenibilità non si esaurisce – e non si può esaurire – nella rendicontazione, cioè nel consolidamento di informazioni che sono in fondo relative al passato, ma è vero che dal punto di vista della trasformazione e del miglioramento della strategia di sostenibilità aziendale serve avere sempre un occhio a quegli indicatori (o KPI) che vengono poi riportati all’interno del report. Questi vengono ovviamente calcolati o derivati da informazioni specifiche estratte dal mondo aziendale: la quantità di emissioni, divisa per scopi, i rifiuti, la distribuzione dei dipendenti, e così via. Da dati, insomma.[…]


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