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L’eolico offshore tra buone intenzioni e nuovi ostacoli Stampa E-mail

L’eolico offshore tra buone intenzioni
e nuovi ostacoli

di Luca Giagnoni

IN EUROPA, IL PIÙ GRANDE SCOGLIO ALLA REALIZZAZIONE DI NUOVI PROGETTI OFFSHORE È DA ATTRIBUIRE ALLE PROCEDURE DI AUTORIZZAZIONE. LE DIFFICOLTÀ DI ACCESSO ALLA RETE E I PROBLEMI BUROCRATICI RAPPRESENTANO IL 46 PER CENTO DI TUTTI GLI OSTACOLI INDIVIDUATI E SI PREVEDE CHE TALE PERCENTUALE AUMENTI IN FUTURO

Nonostante le ripercussioni a monte e a valle della specifica catena del valore, dovute alla crisi energetica e ai pesanti strascichi delle misure di contenimento della pandemia, anche nel 2022 l’eolico offshore registra una crescita, sia
pure modesta, confermandosi tecnologia fondamentale nel processo di decarbonizzazione del settore elettrico.

Secondo i dati presentati nel Global Wind Report 2023 del GWEC, rispetto ai 94 GW di capacità aggiuntiva installata nel 2021, l’intero comparto eolico ha registrato nel 2022 un incremento di circa 78 GW. Di questi, solo 9 GW sono attribuibili all’offshore, con un calo del 58 per cento rispetto allo storico risultato dell’anno precedente. Anche nel 2022 è stata la Repubblica Popolare Cinese a installare la quota più alta di capacità (5 GW) mentre l’Europa fa registrare un incremento di circa 2,5 GW, del tutto insufficiente per poter traguardare gli obiettivi fissati dall’UE.

Per centrare i target europei, infatti, occorrerebbe installare circa 30 GW annui di nuova potenza eolica offshore. È opinione diffusa che, almeno in Europa,
il più grande ostacolo alla realizzazione di nuovi progetti offshore sia da attribuire alle procedure di autorizzazione (il permitting). In particolare, secondo la Comunicazione della Commissione COM(2022) 222 le difficoltà di accesso alla rete e i problemi amministrativi o burocratici in senso atecnico rappresentano «circa il 46 per cento di tutti gli ostacoli individuati e si prevede che tale percentuale aumenti in futuro» specie per le rinnovabili diffuse, come l’eolico e il fotovoltaico.

Secondo lo studio sulla semplificazione delle fonti di energia rinnovabile (RES Simplify) allegato alla proposta di modifica della Direttiva 2001 /2018, gli ostacoli più rilevanti sono distinguibili in quattro tipologie:
• eccessiva stratificazione e sovrapposizione della normativa che conduce a interpretazioni divergenti da parte delle autorità competenti e anche della giurisprudenza;
• impatti dei progetti con beni o interessi pubblici tutelati da normative nazionali ed europee quali la tutela dell’ambiente (biodiversità, protezione delle specie in pericolo di estinzione e dei corpi idrici) e, specie nel nostro Paese, la conservazione del paesaggio e la tutela dei beni culturali;
• mancanza di sostegno, o spesso avversione, dei rappresentanti politici e delle comunità locali;
• procedure di connessione alla rete di trasmissione (problematica particolarmente sentita nell’eolico offshore).[...]

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