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La transizione efficace? Quella che non peggiora le condizioni di vita Stampa E-mail

La transizione efficace? Quella che
non peggiora le condizioni di vita


di Roberto Napoli / professore emerito Politecnico di Torino e Consigliere Ordine Ingegneri Provincia di Torino


DALLE 423 PAGINE DELL’ULTIMA EDIZIONE DEL PIANO NAZIONALE INTEGRATO ENERGIA E CLIMA EMERGONO NOVITÀ LIMITATE MA IMPORTANTI. ANZITUTTO SI RICONOSCE CHE IL PNIEC 2019 ERA TROPPO OTTIMISTICO. SE LA VISIONE DI BASE È DI BUON SENSO, QUALCHE DOMANDA RESTA: DA DOVE PARTIAMO E DOVE VOGLIAMO ARRIVARE? ATTRAVERSO QUALE PERCORSO? ALCUNE SINTETICHE RISPOSTE

È stata presentata da poco (giugno 2023) l’ultima edizione del PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima), già trasmesso a Bruxelles, aggiungendosi così alla lista dei provvedimenti italiani che attendono la benedizione della Commissione Europea. Si tratta di un corposo documento di 423 pagine, molto interessante, redatto dal MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) e che contiene importanti informazioni sullo stato elettro-energetico del Paese e sulle intenzioni del nuovo Governo.

Quando ci si avvicina a un documento del genere, le domande sono abbastanza semplici e scontate. Qual è la visione generale? Da dove partiamo? Dove vogliamo arrivare? Attraverso quale percorso? Trovare le risposte sintetiche comporta un viaggio accidentato attraverso un testo redatto con uno stile verboso, con paragrafi frequentemente molto lunghi e con ripetizioni non di rado banali e fastidiose. Per fortuna il MASE ha anche messo a disposizione una sintesi significativa di 24 pagine, indicata come executive summary in sostituzione del plebeo sommario (tanto per non rinunziare del tutto a un vezzoso inglesismo).

Le novità del PNIEC rispetto alle edizioni precedenti sono limitate, ma importanti. Anzitutto si riconosce che il precedente PNIEC 2019 era troppo ottimistico. Diversi obiettivi (aumento delle rinnovabili, riduzione dei consumi e delle emissioni) sono stati raggiungi solo parzialmente. Sulla base di quest’esperienza il PNIEC 2023 promette di essere più realista, facilitato da
una vaghezza aperta a posteriori alla flessibilità interpretativa.

Compare una (timida) apertura alla ricerca sul nucleare, per sperimentare soluzioni innovative. L’argomento è politicamente rischioso. Sullo sfondo c’è sempre una domanda fastidiosa, ma incombente e ineluttabile: nel mix energetico accettabile per il futuro possiamo realisticamente fare a meno del nucleare? A che prezzo? Si può pensare di risolvere tutto con le rinnovabili?
O è meglio un atteggiamento più neutrale rispetto alle possibili tecnologie?

Ci sono alcuni importanti dati di fatto. Il forziere che racchiude i più importanti materiali e le più avanzate tecnologie per le rinnovabili sta in Cina.
Ci vorranno molti anni prima di riuscire a scalfire questa posizione dominante cinese. Il nucleare prevedibile o possibile oggi è molto diverso da quello che ci ha impaurito nel passato. A parte i sogni (doverosi) sulla fusione, oggi l’attenzione si concentra sugli SMR (Small Modular Reactor) e sugli AMR (Advanced Modular Reactor). Particolarmente attraente per gli AMR è l’utilizzo del piombo fuso per il raffreddamento e soprattutto la possibilità di utilizzare come combustibile l’uranio 238.[...]

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