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L’idroelettrico? È vincente quando resta in gara Stampa E-mail

L’idroelettrico? È vincente
quando resta in gara

di Paolo Pinamonti / direttore tecnico Eisackwerk

NONOSTANTE I TENTATIVI DI RIMANDARLA, SI STA PER INAUGURARE IN ITALIA LA STAGIONE DELLE GARE DI RINNOVO DELLE CONCESSIONI IDROELETTRICHE SCADUTE.
LE GARE CONCORRENZIALI RAPPRESENTANO LA VIA PER PROMUOVERE INNOVAZIONE E INVESTIMENTI E PORTARE RISORSE SUI TERRITORI. IL PUNTO DI VISTA DI EISACKWERK


Quando, nel 2004, Hellmuth Frasnelli e Karl Pichler fondarono Eisackwerk, entrando nel mondo della produzione idroelettrica non immaginavano quanto difficile sarebbe stato sfidare l’oligopolio dei grandi operatori pubblici, decisi
a tutelare la rendita e ben poco propensi a accettare il principio cardine della concorrenza.

Ancor meno potevano aspettarsi, malgrado ciò, di divenire in poco più di dieci anni il maggiore operatore idroelettrico privato italiano, con oltre 120 MW di potenza installata in sei centrali (di cui una in costruzione). Eisackwerk si è caratterizzata per lo sviluppo di progetti innovativi e originali: l’etica aziendale richiede progetti rigorosamente ecosostenibili e con ricadute ambientali e sociali positive per le comunità interessate.

Il primo, ad esempio, fu un brown field che prevedeva di sostituire un ramo di un impianto esistente con uno meno impattante e che tuttavia avrebbe prodotto 233 GWh annui in più rispetto a quello vecchio. Per motivi che sveleremo nel seguito, il progetto non fu mai realizzato...

Altro punto fermo per Eisackwerk è la fiducia nella concorrenza e la convinzione che solo il libero confronto competitivo tra operatori possa portare al fiorire di proposte originali a vantaggio della transizione ecologica.
In questo senso, l’occasione arrivò nel 2005, quando la Provincia di Bolzano, unica a oggi in Italia, bandì le gare per rinnovare sedici concessioni in scadenza a fine 2010: Eisackwerk partecipò a due di queste e le vinse entrambe.

La prima concessione, Rio Pusteria, fu assegnata a Eisackwerk il 1° gennaio 2011. Il progetto prevedeva l’integrale rifacimento di un impianto risalente agli anni ‘40 e ‘50 del secolo scorso, che nel tempo era venuto a trovarsi al centro dell’abitato, con le vecchie e logore condotte forzate a cielo aperto letteralmente in mezzo alle case. Il nuovo impianto è stato previsto al di fuori del centro abitato e in sotterraneo. In meno di due anni (un vero record) tra il 2011 e il 2012, furono sviluppati i progetti autorizzativi ed esecutivi e fu costruito un nuovo moderno impianto sotterraneo da 22 MW: invisibile e a impatto zero, anche quanto a rumore e campi elettromagnetici.[...]

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