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Per un amico

di Giuseppe Gatti

L’8 GIUGNO 2023 È MORTO GUIDO BODRATO. LA NOTIZIA È STATA DIFFUSA SUL SUO ACCOUNT TWITTER: «GUIDO CI HA LASCIATI IERI SERA PER UNIRSI ALLA SUA AMATA IRMA.
FINO ALL’ULTIMO LO HA SOSTENUTO UNA INVINCIBILE PASSIONE POLITICA, A DIFESA DELLA COSTITUZIONE E
DELLA RAPPRESENTANZA DEMOCRATICA DEL PARLAMENTO.
CHE IL SUO ESEMPIO CI CONDUCA. UNA PREGHIERA»

Ho perso un amico, un caro amico, e questo Fil di lama, che scrivo con sincera e profonda commozione, è dedicato al suo ricordo. L’8 giugno è mancato
Guido Bodrato, esponente di punta della sinistra democratico-cristiana e testimone coerente del cattolicesimo democratico, deputato per sei legislature
al Parlamento italiano e poi a quello europeo, ministro in cinque Governi, alla Pubblica Istruzione prima, poi al Bilancio e infine all’Industria.

Aveva 90 anni, ma ancora lucido e attivo. Quello che non ha retto è stata la scomparsa, poco più di un mese fa, di Irma, la preziosa e fedele compagna di una lunga vita. Sergio Mattarella, che ha appartenuto alla stessa area culturale, ha trovato, come sempre, le parole giuste per fissarne la fisionomia umana, prima ancora che politica.
«Bodrato – ha scritto il Presidente della Repubblica – è sempre stato capace di guardare alla realtà con quella intelligenza dei tempi nuovi che per lui significava senso della storia, curiosità, attenzione per le attese e le domande delle nuove generazioni, sviluppando questa attitudine anche nelle stagioni più difficili e sofferte, come negli anni bui del terrorismo. Un intellettuale senza retorica e schivo da ogni tentazione ideologica».

Come dicevo, per me Guido è stato anzitutto un amico fraterno, un fratello maggiore, con cui ho condiviso impegno civile e passione politica, a partire da quando lo conobbi, nell’ormai lontano 1960, lui giovane candidato al Consiglio Comunale di Torino, io ancor più giovane rappresentante degli studenti del liceo D’Azeglio, alla ricerca di una sintesi politica tra l’umanesimo integrale di Maritain e il personalismo comunitario di Mounier.
È nato allora un sodalizio che non si è mai incrinato e che ci ha visto uniti,
pur seguendo nel tempo percorsi diversi, anche quando, per le circostanze
della vita, le occasioni di collaborazione (ma non d’incontro e di dialogo) si sono diradate.

Alla sua prima esperienza ministeriale, alla Pubblica Istruzione, non volli seguirlo, sia perché avevo in quel momento altri impegni, sia perché, reduce da anni spesi nella politica universitaria, avevo maturato il convincimento che la scuola italiana non era riformabile e non vedevo quindi un ruolo in cui potessi essere utile e dopo qualche mese fui arruolato da Giovanni Marcora tra i suoi consiglieri al Ministero dell’Industria. A dicembre del 1982 con il V Governo Fanfani, Bodrato fu chiamato al Ministero del Bilancio e mi volle ad organizzare la sua Segreteria Tecnica.

Il Fanfani V era un governo di corto respiro, che doveva portare alle elezioni anticipate, che si tennero infatti a giugno 1983. Non c’era dunque tempo e modo di fare grandi cose, ma quanto meno si riuscì a consolidare e rafforzare
le strutture operative del Ministero, a partire dal Nucleo di Valutazione degli Investimenti, l’organo tecnico del CIPE (acronimo ormai desueto: Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica).
Già l’attenzione prestata alla strumentazione amministrativa, pur avendo un orizzonte di pochi mesi, esprime compiutamente l’attitudine gestionale di Bodrato nell’esercizio dell’attività ministeriale.[...]


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