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La posizione russa nelle tecnologie nucleari Stampa E-mail

La posizione russa nelle tecnologie nucleari

di Alessandro Clerici

DATA LA POSIZIONE DOMINANTE DELLA RUSSIA - DAGLI ALBORI DELL’UTILIZZO DEL NUCLEARE PER USI CIVILI AD OGGI SEMPRE ALL’AVANGUARDIA NELLO SVILUPPO DI NUOVE TIPOLOGIE DI REATTORI E FINANZIATORE DI IMPIANTI - QUALI POTRANNO ESSERE GLI SCENARI A SEGUITO DEI RIFLESSI GEOPOLITICI LEGATI ALL’INVASIONE DELL’UCRAINA?

Le politiche energia-clima hanno riportato l’attenzione sulla fonte nucleare, priva di emissioni di gas ad effetto serra, anche se il timore di possibili incidenti e il problema delle scorie altamente radioattive permangono nell’accettazione da parte delle popolazioni di varie nazioni.

La crisi energetica iniziata nel secondo semestre 2021, con prezzi alle stelle dei combustibili fossili e in particolare del gas specie in UE, aggravatasi a livello geopolitico con l’invasione russa dell’Ucraina, ha portato in diversi Paesi - e anche in Italia - a pronunciamenti a favore di un nucleare, anche se spesso non ben definito. Tutto ciò abbinato a spinte a un’indipendenza energetica e ad un’accurata diversificazione degli approvvigionamenti per fonte e provenienza.

Tale possibile rinascimento va inquadrato nel sistema energetico globale e della UE in particolare. L’articolo si propone di valutare brevemente il nucleare nello scenario energetico del 2021 e ne riassume la situazione alla fine del 2022 per reattori in servizio e in costruzione. In particolare, è analizzata la posizione dominante della Russia sia come sviluppatore di nuove tipologie di reattori sia come finanziatore e realizzatore di centrali. Quali potranno essere gli scenari su tale posizione per la Russia, a seguito dei problemi finanziari e i riflessi geopolitici legati all’invasione dell’Ucraina?

Consumi di energia primaria e produzione di elettricità
[...] La domanda dei Paesi non-OCSE domina la scena energetica mondiale e quella delle emissioni climalteranti globali, con una crescita media nell’ultimo decennio intorno al 2 per cento. La decarbonizzazione globale sarà dunque dettata da queste nazioni, dal momento che il contributo UE al 2021 è pari all’8 per cento e previsto intorno al 5 per cento al 2030, quindi del tutto marginale per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione. A meno che non si passi da una pura visione eurocentrica a investimenti in questi Paesi con le BAT (Best Available Technologies) disponibili. In questo quadro, l’Italia conta per circa l’1 per cento nei consumi mondiali di energia primaria e nelle emissioni climalteranti legate alla produzione di elettricità. [...]

Il petrolio domina a livello mondiale nei consumi di energia primaria e il carbone nella produzione di elettricità. Il nucleare a livello mondo ha una quota del 10 per cento nella produzione di elettricità ed è concentrato prevalentemente nei paesi OCSE; nella UE è la fonte principale, con una quota del 25 per cento. L’Italia è caratterizzata dal fatto di non avere nel proprio mix il nucleare e di avere il gas sia come prima fonte di energia primaria (41 per cento) sia nella produzione di elettricità (51 per cento). [...]

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