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Africa, investire nelle reti è la nuova priorità Stampa E-mail

Africa, investire nelle reti è la nuova priorità

di Filippo Del Grosso / FEEM e Sergio Portatadino / Tony Blair Institute for Global Change

NEL CONTINENTE AFRICANO CI SONO PAESI CHE HANNO ABBASTANZA ENERGIA PER SODDISFARE TUTTA LA
PROPRIA DOMANDA. TUTTAVIA, LA FREQUENZA DEI BLACKOUT ANCHE IN QUELLE AREE È PREOCCUPANTE. QUINDI, SE NON L’OFFERTA, QUAL È IL PROBLEMA? È LA
RETE DI TRASMISSIONE, ED È UN PROBLEMA DIFFUSO.
IL CASO DEL CORNO D’AFRICA


Qualche settimana fa, da qualche parte in Africa. Un collega ci ha portato a visitare un centro di formazione per bambini analfabeti. Un’iniziativa preziosa che mira a dare ai ragazzi che non sono andati a scuola durante gli anni della guerra la possibilità di apprendere alcune competenze tecniche e trovare un lavoro. Avevamo appena iniziato la visita quando la corrente è venuta a mancare. «È la terza volta che la interrompono oggi! Non possiamo andare avanti così, non possiamo usare le macchine».

Purtroppo, questa è ancora un’osservazione abbastanza usuale in questa parte del mondo. Il seguito è stato anche molto scontato, dato che la nostra guida sapeva che stavamo lavorando come consulenti energetici: «Non puoi dire al Presidente di comprare più energia?». Vabbè…
La cosa interessante di quel Paese è che ha abbastanza energia per soddisfare tutta la sua domanda attuale. Tuttavia, la frequenza dei blackout è preoccupante e influisce sulle attività economiche e ricreative della popolazione, per non parlare delle ricadute sulla popolarità del Presidente.

Quindi, se non l’offerta, qual è il problema qui? È la rete, ed è un problema diffuso nella maggior parte dei Paesi sub-sahariani, che stanno scoprendo che non è sufficiente costruire centrali elettriche, ma che hanno anche bisogno di investire (e pesantemente) nell’infrastruttura di rete per portare effettivamente l’elettricità ai consumatori finali.

[...]

Nei sistemi elettrici più maturi, le perdite totali di T&D raramente superano il
7 per cento, mentre per i Paesi del Corno d’Africa sono generalmente superiori al 20, escluse le perdite commerciali e i problemi legati alla riscossione delle tariffe. Una volta che le reti interne siano state rafforzate e ampliate,
i miglioramenti alla qualità della fornitura diventano tangibili.

Inoltre, un afflusso stabile di elettricità è un requisito fondamentale per la realizzazione di parchi industriali, che sono uno dei principali motori per lo sviluppo economico in questa regione, come ad esempio nel caso dell’Etiopia.

L’adeguatezza e l’affidabilità dell’approvvigionamento, necessarie alla trasformazione industriale, possono certamente essere garantite attraverso nuovi schemi contrattuali legati a capacità di generazione vincolata, ma le reti di trasmissione e distribuzione devono essere ampliate e rinnovate di conseguenza. Un buon esempio del cambiamento di priorità nello sviluppo dei mercati energetici in Africa viene dall’iniziativa Desert to Power della Banca Africana di Sviluppo: dei 5,5 miliardi di dollari destinati a finanziare i progetti prioritari nel Sahel, la metà è necessaria per estendere e riabilitare la rete di trasmissione e distribuzione dei cinque Paesi del G5 Sahel.[...]

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