Africa, investire nelle reti è la nuova priorità |
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Africa, investire nelle reti è la nuova priorità
di Filippo Del Grosso / FEEM e Sergio Portatadino / Tony Blair Institute for Global Change
![](http://www.nuova-energia.com/images/images2022/5-6-2022-del-grosso.jpg)
NEL CONTINENTE AFRICANO CI SONO PAESI CHE HANNO ABBASTANZA ENERGIA PER SODDISFARE TUTTA LA
PROPRIA DOMANDA. TUTTAVIA, LA FREQUENZA DEI BLACKOUT ANCHE IN QUELLE AREE È PREOCCUPANTE. QUINDI, SE NON L’OFFERTA, QUAL È IL PROBLEMA? È LA
RETE DI TRASMISSIONE, ED È UN PROBLEMA DIFFUSO.
IL CASO DEL CORNO D’AFRICA
Qualche settimana fa, da qualche parte in Africa. Un collega ci ha portato a visitare un centro di formazione per bambini analfabeti. Un’iniziativa preziosa che mira a dare ai ragazzi che non sono andati a scuola durante gli anni della guerra la possibilità di apprendere alcune competenze tecniche e trovare un lavoro. Avevamo appena iniziato la visita quando la corrente è venuta a mancare. «È la terza volta che la interrompono oggi! Non possiamo andare avanti così, non possiamo usare le macchine».
Purtroppo, questa è ancora un’osservazione abbastanza usuale in questa parte del mondo. Il seguito è stato anche molto scontato, dato che la nostra guida sapeva che stavamo lavorando come consulenti energetici: «Non puoi dire al Presidente di comprare più energia?». Vabbè…
La cosa interessante di quel Paese è che ha abbastanza energia per soddisfare tutta la sua domanda attuale. Tuttavia, la frequenza dei blackout è preoccupante e influisce sulle attività economiche e ricreative della popolazione, per non parlare delle ricadute sulla popolarità del Presidente.
Quindi, se non l’offerta, qual è il problema qui? È la rete, ed è un problema diffuso nella maggior parte dei Paesi sub-sahariani, che stanno scoprendo che non è sufficiente costruire centrali elettriche, ma che hanno anche bisogno di investire (e pesantemente) nell’infrastruttura di rete per portare effettivamente l’elettricità ai consumatori finali.
[...]
Nei sistemi elettrici più maturi, le perdite totali di T&D raramente superano il
7 per cento, mentre per i Paesi del Corno d’Africa sono generalmente superiori al 20, escluse le perdite commerciali e i problemi legati alla riscossione delle tariffe. Una volta che le reti interne siano state rafforzate e ampliate,
i miglioramenti alla qualità della fornitura diventano tangibili.
Inoltre, un afflusso stabile di elettricità è un requisito fondamentale per la realizzazione di parchi industriali, che sono uno dei principali motori per lo sviluppo economico in questa regione, come ad esempio nel caso dell’Etiopia.
L’adeguatezza e l’affidabilità dell’approvvigionamento, necessarie alla trasformazione industriale, possono certamente essere garantite attraverso nuovi schemi contrattuali legati a capacità di generazione vincolata, ma le reti di trasmissione e distribuzione devono essere ampliate e rinnovate di conseguenza. Un buon esempio del cambiamento di priorità nello sviluppo dei mercati energetici in Africa viene dall’iniziativa Desert to Power della Banca Africana di Sviluppo: dei 5,5 miliardi di dollari destinati a finanziare i progetti prioritari nel Sahel, la metà è necessaria per estendere e riabilitare la rete di trasmissione e distribuzione dei cinque Paesi del G5 Sahel.[...]
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