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Come usare le risorse flessibili per decongestionare la rete europea Stampa E-mail

Come usare le risorse flessibili
per decongestionare la rete europea

di Gianluigi Migliavacca, Marco Rossi, Giorgia Lattanzio / RSE

PER COMPENSARE CONGESTIONI CAUSATE DA PICCHI DI PRODUZIONE DI FOTOVOLTAICO ED EOLICO - INTENSE MA SPESSO DI BREVE DURATA - INVESTIMENTI PER IL RINFORZO DELLE RETI POTREBBERO NON ESSERE ECONOMICAMENTE GIUSTIFICATI. DA QUI, L’IDEA DI UN NUOVO APPROCCIO CHE VEDE LA FLESSIBILITÀ A SERVIZIO DELLA PIANIFICAZIONE
DI RETE


Il sistema elettrico europeo sta andando verso un graduale aumento della penetrazione da parte delle risorse rinnovabili non programmabili e, nel contempo, verso una graduale uscita di scena dei grandi impianti a combustibile fossile che avevano costituito per tanti anni una risorsa affidabile per il sistema elettrico. Per compensare la variabilità delle fonti rinnovabili non programmabili mantenendo il sistema in sicurezza, è necessario ricorrere sempre più a servizi forniti da risorse flessibili, in grado di modulare facilmente il loro programma di immissione o prelievo dalla rete.

Queste sono costituite da sistemi di accumulo e dall’esercizio flessibile di alcuni carichi (il cosiddetto demand-side management). Entrambi questi tipi
di risorsa sono in grado di compensare localmente congestioni temporanee causate da picchi di produzione di fotovoltaico ed eolico. A fronte di tale tipo
di congestioni, magari intense ma spesso di relativamente breve durata, investimenti per il rinforzo delle reti potrebbero non essere economicamente giustificati.

Da questo, l’idea di inserire risorse flessibili (connessione di nuovi sistemi di accumulo in nodi specifici della rete ed esercizio flessibile di carichi esistenti) tra i possibili interventi da prevedere già in sede di pianificazione di rete, accanto alla creazione di nuovi corridoi e al rinforzo di linee esistenti.
In tal modo, la flessibilità diventa a tutti gli effetti un elemento da definire nel lungo periodo tramite il programma di sviluppo rete, in sinergia con la previsione di investimenti in linee e cavi.

Tale linea di pensiero non è del tutto nuova: basta pensare alla direttiva EU 2019/944, che tramite gli articoli 32 e 40, richiede ai gestori delle reti di trasmissione e distribuzione di considerare l’utilizzo della flessibilità all’interno dei loro documenti di pianificazione. Tuttavia, le attuali metodologie di pianificazione di rete non sono pronte per questo importante elemento innovativo. Infatti, prevedere una pianificazione che consideri le risorse flessibili tra i candidati richiede di esaminare una grande quantità di casi al fine di trovare la combinazione che minimizza il costo totale (il cosiddetto TOTEX, dato dalla somma di costo di dispacciamento e dei costi di investimento).

Per far questo, bisogna abbandonare le presenti metodologie, che si limitano, per ogni investimento, a confrontare in simulazione il caso «con» con il caso «senza» e passare a risolvere un modello di ottimizzazione che ha come scopo proprio quello di analizzare un basket di grandi dimensioni contenente tutte le proposte di investimento (linee ed elementi flessibili) selezionando al suo interno il sottoinsieme in grado di minimizzare il TOTEX di sistema.[...]

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