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Parres: "Senza le reti non c’è sviluppo delle rinnovabili" Stampa E-mail

Parres: “Senza le reti non c’è sviluppo
delle rinnovabili”

di Paola Sesti

TUTTI GLI ATTORI DEL SETTORE ENERGETICO SONO CHIAMATI A LAVORARE INSIEME PER INTEGRARE LE FER NELLA RETE EUROPEA. MA LE RINNOVABILI, ALMENO PER LA RETE, NON SONO TUTTE UGUALI... LA DIFFERENZA LA SPIEGA A NUOVA ENERGIA ALFREDO PARRES, HEAD OF RENEWABLES
DI HITACHI ENERGY

La variabile essenziale per raggiungere gli obiettivi europei in materia di decarbonizzazione è il tempo. La transizione è avviata e la capacità rinnovabile installata cresce esponenzialmente ogni anno, ma quando si tratta di adattare l’infrastruttura di rete del continente al trasporto di elettroni verdi, i progressi sembrano più lenti. Serve una pianificazione proattiva della rete europea, fondamentale per dare spunto alla visione net zero dell’Europa. Anche la regolazione è chiamata a cambiare, per offrire agli operatori dei sistemi di trasmissione incentivi che premino questo tipo di pianificazione efficiente.

Che sia un accelerare pianificando o un pianificare accelerando, tutti gli attori del settore energetico sono chiamati a lavorare insieme in modo più collaborativo per integrare le FER nella rete europea. Ma le rinnovabili, almeno per la rete, non sono tutte uguali... La differenza ce la facciamo spiegare da Alfredo Parres, Head of Renewables di Hitachi Energy, che incontriamo in un venerdì pomeriggio da lui stesso definito di fuoco. “Ma niente paura, quando c’è tanto lavoro è solo un happy problem. Venendo alle nostre rinnovabili e alle loro differenze, per me il discorso è da affrontare dal punto di vista tecnologico”.

Cioè?
È abbastanza semplice. È importante capire il perché una tecnologia è diversa dall’altra e la differenza sta nella capacità di controllare la risorsa. Con l’eolico e con il fotovoltaico non la controlli: non puoi stabilire quando ci saranno vento e sole. Con l’energia termica e idraulica, invece, puoi decidere quando produrre perché la risorsa è stoccabile. Ci focalizziamo su eolico e solare perché portano con sé sfide tecnologiche diverse. A noi interessa che i nostri clienti e gli stakeholder vedano in Hitachi Energy una realtà che sa come funzionano questi impianti e possiede le competenze per integrare queste fonti di energia in modo affidabile nella rete. Non pensiamo che eolico e solare siano più green: chiedono tecnologie diverse che noi sviluppiamo e vogliamo continuare a sviluppare insieme con i nostri partner.

Lo sviluppo delle rinnovabili è strettamente correlato a quello della rete. Sembra che gli investimenti nei due ambiti non abbiano però lo stesso passo. Che cosa deve cambiare?
Questo aspetto è fondamentale, anche se non credo che siano in gioco le quantità. Gli investimenti sulla rete si stanno facendo, non c’è dubbio.
Il punto è la velocità e questo è storico e lo abbiamo vissuto sin dall’inizio dello sviluppo delle FER. Il tempo di sviluppo di un progetto rinnovabile è molto più stretto di quello di una rete, soprattutto per un discorso di permitting.
Questo gap all’inizio non era così importante, perché non c’erano tanti impianti, la rete le reggeva e non c’era problema. Però adesso, con la velocità di incremento delle rinnovabili, la questione è diventata veramente una sfida.

Come si può vincere?
Propongo tre punti. Il primo è che c’è possibilità di migliorare la collaborazione tra chi si occupa di generazione e i TSO. Tipicamente gli operatori della trasmissione fanno la pianificazione degli interventi e degli investimenti con piani di 5-10 anni. In Europa, per esempio, ENTSO-E gestisce il Ten-Year Network Development Plan - TYNDP che è un processo ben conosciuto, pubblico, e ogni due anni si attualizza. La domanda da farsi è: questo processo è sufficientemente flessibile per integrare i cambiamenti che ci sono nelle politiche o l’accelerazione a cui si assiste sulle rinnovabili? E quali sono le ipotesi che usano questi studi in quanto a penetrazione delle FER?
Secondo Wind Energy Europe, per esempio, gli scenari che utilizza ENTSO-E sono troppo conservativi. Questo è dunque il primo punto: serve maggiore allineamento e coordinazione tra gli scenari – tra l’Europa, le associazione di categoria e l’industria eolica e solare.[...]

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