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Il prezzo del gas e la tempesta perfetta Stampa E-mail

Il prezzo del gas
e la tempesta perfetta

di Roberto Bernante, Marco Borgarello / RSE

SQUILIBRIO TRA DOMANDA E OFFERTA, EFFETTI DELLA GUERRA RUSSO-UCRAINA, CONTRATTI A TERMINE E DERIVATI, OPERAZIONI SPECULATIVE: VI È TRA QUESTE LA CAUSA SCATENANTE CHE HA FATTO CRESCERE IL PREZZO DEL GAS NATURALE IN EUROPA O LA RAGIONE VA CERCATA ALTROVE?

Dalla metà del 2021 in Europa, e in Italia in particolare, si è assistito a un sensibile aumento del prezzo del gas naturale che ha significativamente messo in crisi la competitività del sistema produttivo e ha inciso drammaticamente sui bilanci delle famiglie.
Sul tema si sono avviate molte discussioni per comprendere le ragioni e le dinamiche del fenomeno e gli osservatori hanno individuato una serie di possibili cause che fanno leva sullo squilibrio tra domanda e offerta, sugli effetti della guerra russo-ucraina, sul tema dei derivati e sulle operazioni speculative.

Ma sono proprio queste le cause scatenanti che – trovando terreno fertile nell’attuale difficile situazione congiunturale economica e geopolitica – hanno significativamente messo in moto una serie di situazioni e di effetti che complessivamente hanno agito nella direzione di creare quello che in termini finanziari poterebbe essere definita una tempesta perfetta? Proviamo a ragionare insieme, esaminandole.

La prima causa, ossia uno squilibrio marcato tra domanda e offerta di gas naturale, è assolutamente plausibile, anche in considerazione del fatto che a partire dalla metà del 2021 l’Europa tutta, e l’Italia in particolare, usciva dal periodo pandemico con una concomitante ripresa economica. Le informazioni disponibili sembrano, tuttavia, confermare che non si siano verificati buchi di offerta tali da determinare la drastica salita del prezzo del gas, cui si è assistito.

La seconda causa potrebbe essere ascrivibile alla guerra russo- ucraina, intesa come evento che, a prescindere da qualsivoglia considerazione di natura geopolitica, ha introdotto un rischio fornitura e, quindi, un conseguente premio di rischio che la teoria finanziaria riconosce all’evento. Tuttavia, anche questa seconda possibile causa non ha fondamenti oggettivi, in quanto la guerra, come noto, è iniziata nel febbraio 2022, successivamente alle dinamiche di crescita dei prezzi già osservate nel 2021.

Additare poi i derivati come causa sembra una tesi alquanto generica e riduttiva. È pur vero che la massiccia negoziazione di contratti a termine (futures, forward e contratti di opzione) che spesso rappresentano un mercato cartaceo dai volumi e dimensioni molto più rilevanti di quello fisico sottostante, può esercitare un effetto; ma nello specifico caso potrebbe essere stato addirittura benefico nel calmierare i prezzi, attraverso operazioni di copertura quanto mai necessarie in presenza di marcata volatilità dei prezzi stessi. [...]

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