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Mascari: " Fotovoltaico e attività agronomica, connubio possibile" Stampa E-mail

Mascari: “Fotovoltaico e attività
agronomica, connubio possibile”

di Fabio Terni

OPERATORE INDUSTRIALE PRESENTE IN ITALIA DAL 2019, DOPO SIGNIFICATIVI INVESTIMENTI NELLE REGIONI MERIDIONALI LIGHTSOURCE BP SI AFFACCIA AL CENTRO-NORD. OBIETTIVO? DIVERSIFICARE GEOGRAFICAMENTE IL PORTAFOGLIO E ACCRESCERE LA PARTECIPAZIONE NEL MERCATO DEL FOTOVOLTAICO

In Italia dal 2019, ha vissuto in questi tre anni una rapida espansione e una crescita veloce ma organica, che per Lightsource bp - joint venture paritetica tra Lightsource e bp - non è mai stata letta nel breve termine.
Lo racconta a Nuova Energia Giovanni Mascari, Country Head Italy di Lightsource bp. “Siamo nati con l’obiettivo di essere un operatore industriale di lungo termine, con una attenzione altissima alla qualità dei progetti. Dopo significativi investimenti in Italia meridionale, stiamo ora esplorando il Centro Nord alla ricerca di nuove opportunità, con l’obiettivo di diversificare geograficamente il portfolio e accrescere la partecipazione nel mercato fotovoltaico italiano”.

Quale criterio vi muove?
Per quanto per noi la scala sia importante, non è mai stato il volume il driver della nostra strategia. In Italia abbiamo scelto di entrare sul mercato utilizzando conoscenze locali, andando a siglare accordi con operatori attentamente selezionati che identificano le opportunità e sviluppano il progetto per nome e per conto nostro. Nei nostri parchi fotovoltaici consideriamo le attività e le forme di mitigazione inserite nella documentazione sottoposta agli enti alla stregua di prescrizioni autorizzative.

Fotovoltaico e attività agricola possono davvero stare insieme?
Ancora prima della pubblicazione delle linee guida sull’agrivoltaico, i nostri impianti erano già progettati in modo da attribuire al terreno un impiego agricolo compatibile e già inglobavano la possibilità di un connubio tra produzione di energia e attività agronomica. La distanza tra i pannelli – abbastanza ampia da permettere l’accesso ai trattori - lascia a disposizione porzioni di terreno soleggiate, luogo ideale per la coltura di erba, impiegata per produrre fieno. Ma non solo; ci siamo spinti oltre.

Può farci qualche esempio?
In Sicilia abbiamo cercato di individuare delle colture non aliene al territorio, andando a recuperare delle colture dop di pistacchi, diverse da quelle più note di Bronte e molto più locali. Inoltre, per noi conta il net gain, ovvero un aumento netto della biodiversità in sito. Il che significa, per esempio, conoscere il problema degli impollinatori e della riduzione del loro numero.
Per questo abbiamo delle zone dedicate a inflorescenze e i nostri impianti rappresentano il luogo ideale anche per la pratica dell’apicoltura. Collaboriamo con gli apicoltori locali e in molti casi produciamo anche il nostro miele solare. Ogni nuovo assunto ne trova un barattolo nel kit di benvenuto che riceve al momento dell’ingresso in azienda. [...]

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