COOKIE
 
PAUSA-ENERGIA
 
Scarti vegetali e rifiuti per decarbonizzare navi e aerei Stampa E-mail

Scarti vegetali e rifiuti
per decarbonizzare navi e aerei

di Marianna Franchino e Paola Zitella / Environment Park

UN CONSORZIO INTERNAZIONALE PER REALIZZARE UNA PRODUZIONE EFFICIENTE DI BIOCARBURANTI PER IL TRASPORTO AEREO E MARITTIMO A BASSA IMPRONTA DI CARBONIO E RIPRODUCIBILE SU SCALA INDUSTRIALE.
ECCO IL PROGETTO BIOSFERA


L’industria marittima e dell’aviazione sono ad oggi responsabili di circa il 3 per cento delle emissioni di CO2 globali ciascuno. Nonostante il trasporto stradale sia la principale fonte di emissioni nel settore trasporti (contribuisce per il 70 per cento), quello aereo e marittimo sono settori rilevanti a causa della loro continua crescita. Nel giro di 20 anni il primo ha infatti visto triplicare il numero di passeggeri aerei ed è costante l’aumento del volume annuale del commercio marittimo internazionale. Da questi dati si ipotizza entro il 2050 un aumento delle emissioni per il trasporto aereo da 7 a 10 volte rispetto al 1990 e tra +50 e +250 per cento per quello marittimo.

La ricerca di soluzione tecnologiche altamente performanti, sostenibili e al tempo stesso collocabili all’interno del mercato è ormai una priorità anche per l’industria marittima e dell’aviazione, che vede coinvolte imprese del settore e ricercatori in questa corsa alla decarbonizzazione e alla transizione energetica. Diverse le soluzioni proposte dal mondo scientifico, come quella del progetto europeo BioSFerA - Biofuels production from Syngas FERmentation for Aviation and maritime use, finanziato dal programma di ricerca Horizon 2020 e che sta sviluppando una soluzione tecnologica innovativa a costi contenuti per la produzione di biocarburanti per l’aviazione e per il settore marittimo.

Il modello BioSFerA
BioSFerA è un consorzio internazionale composto da 11 partner, tra istituti di ricerca e imprese, di 6 diversi Paesi, che ha unito alte competenze e professionalità per realizzare un metodo di produzione efficiente di biocarburanti a bassa impronta di carbonio riproducibile su scala industriale.
Il modello proposto prevede un primo trattamento di gassificazione di residui biogenici e rifiuti, seguito da due step di fermentazione da cui si ottengono i lipidi TAG (TriAcilGliceroli o trigliceridi), cioè molecole simili agli oli vegetali o al grasso animale. I TAG vengono poi estratti dalla biomassa e successivamente convertiti nel biocarburante attraverso processi di idrogenazione, decarbossilazione e hydrocracking che modificano la molecola rendednola simile a quelle comunemente utilizzate come carburanti.

L’innovazione del modello proposto da BioSFerA sta nell’utilizzo combinato di processi termochimici e biochimici per la produzione dei TAG e nella scelta di residui biogenici e rifiuti come fonte di biomassa, che in quanto materiale di scarto, presentano di per sé una bassa impronta di carbonio rispetto alle tradizionali piante da zucchero, amido e olio usate nella produzione di biocarburanti liquidi, in quanto compensano le emissioni legate al loro utilizzo come carburanti con le mancate emissioni relative all’evitato smaltimento.[...]

PER LEGGERE L'ARTICOLO COMPLETO, ABBONATI ALLA RIVISTA

© nuova-energia | RIPRODUZIONE RISERVATA

 
© 2005 – 2024 www.nuova-energia.com