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Minacce e danni all’ambiente, un nuovo approccio Stampa E-mail

Minacce e danni all’ambiente,
un nuovo approccio

di Francesco Andreotti / tecnologo ISPRA presso l’Area per l’accertamento, la valutazione e la riparazione del danno ambientale

COME SI VALUTA IL DANNO AMBIENTALE? IL SISTEMA NAZIONALE PER LA PROTEZIONE DELL’AMBIENTE HA PUBBLICATO LE METODOLOGIE E I CRITERI DI RIFERIMENTO DEI DANNI ALL’AMBIENTE, CON LA DUPLICE ESIGENZA DI AFFRONTARE EFFICACEMENTE LA PREVENZIONE DEL DANNO E, SE NON LO SI È POTUTO EVITARE, LA SUA RIPARAZIONE

Il 7 ottobre 2021 il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) ha pubblicato le Linee Guida sulle Metodologie e i criteri di riferimento per la valutazione del danno ambientale, ai sensi della parte sesta del DLgs 152/06 (il recepimento della direttiva comunitaria sulla responsabilità ambientale n. 2004/35/CE). Dopo 15 anni dalla norma nazionale ed europea sulla responsabilità ambientale, le Linee Guida rappresentano un documento fondamentale che ricostruisce la procedura di valutazione tecnica del danno ambientale (come definito ai sensi dell’articolo 300, commi 1 e 2 della parte sesta del decreto legislativo n. 152/2006) e costituisce uno strumento necessario per condurre le istruttorie di danno ambientale svolte dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente. Si colloca infatti nel percorso di potenziamento procedurale e amministrativo delle azioni ministeriali (le azioni pubbliche di tutela contro i danni ambientali competono al Ministero della Transizione Ecologica - MiTE) a supporto delle quali lo stesso SNPA è chiamato a intervenire in base alla competenza istituzionale attribuitagli dalla legge 132/2016 (articolo 3, comma 1, lettera d).

A partire dal 2017, infatti, operano in ambito SNPA, come strutture integrate e organizzate per le attività in materia di danno ambientale, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e le Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente (ARPA, ARTA e APPA). Tali strutture assicurano le istruttorie di valutazione per numerosi casi distribuiti su tutto il territorio nazionale (si veda in proposito il primo rapporto ISPRA Il danno ambientale in Italia: i casi accertati negli anni 2017-2018) e promuovono e sviluppano, attraverso gruppi di lavoro, studi e approfondimenti tecnico-scientifici in materia di danno ambientale.
In Italia, in verità, è da più di vent’anni che vengono svolte le attività di valutazione dei danni all’ambiente e di individuazione delle relative misure di riparazione. Infatti, il supporto al già Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), nelle azioni attivate ai sensi della prima legge italiana sul danno ambientale (legge 349/86, articolo 18), veniva assicurato fin dai primi anni 2000 dall’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e dei Servizi Tecnici (APAT), in seguito dall’ISPRA (istituito con la legge 6 agosto 2008, n. 133, di conversione con modificazioni del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112) e successivamente dall’SNPA (dal 2017).

Ad oggi, esiste un nuovo approccio di valutazione dei danni all’ambiente che trae le sue origini non solo dall’introduzione del nuovo regime normativo introdotto con la parte sesta del decreto legislativo n. 152/2006, ma anche dalla sempre crescente esigenza di affrontare efficacemente, nell’ambito delle procedure amministrative, la prevenzione del danno ambientale nonché, se non lo si è potuto evitare, la riparazione dello stesso. [...]


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