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Quando riciclare un regalo diventa una magia Stampa E-mail

Quando riciclare un regalo diventa una magia

di Luciano Maria Gandini

SE DEVO ASSOCIARE IL CONCETTO DI RICICLO AI REGALI, MI VIENE IN MENTE QUALCOSA CHE SI AVVICINA PIÙ ALLA TRUFFA CHE ALL’ECONOMIA CIRCOLARE. EPPURE ESISTE UN LUOGO DOVE LA PAROLA RIUSO DIVENTA SINONIMO DI MAGIA

Chi non ha mai riciclato il vaso cinese della lontana zia o il maglione largo di almeno due taglie del cugino di terzo grado, rifilandoli a qualcuno che si sperava non fosse in alcun modo legato ai donatori? E nel farlo si era animati da sentimenti molto lontani dalla salvaguardia del Pianeta.
Lo sbarazzarsi di qualcosa di poco gradito o poco utile mettendo una vergognosa pezza sulla coscienza era sicuramente lo scopo primario, con buona pace del cercare di limitare la produzione di rifiuti. Con il nanetto seienne, invece, abbiamo toccato con mano un concetto di riuso applicato ai regali decisamente più etico ed edificante.
Le luci di un locale un po’ nascosto in un carruggio buio della Genova vecchia hanno attirato la nostra attenzione e ci siamo addentrati in un negozietto ricavato nei bassi fondi di un antico palazzo. Entrando scopriamo che si tratta di un centro del riuso, dove qualcuno raccoglie materiali destinati alla spazzatura per realizzare oggetti anche molto lontani rispetto all’utilizzo che avevano prima di tentare la strada di una seconda vita. Buio, luci, materiali che si trasformano: gli ingredienti per qualcosa di magico sembrano esserci tutti.
Dall’ingresso fanno bella mostra di sé un sacco di pezzi curiosi e dalle fantasie più diverse: astucci, borse, portabottiglie, bomboniere, tovagliette per la cucina, nessuno uguale all’altro.[...]

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