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Rinnovabili, rimettiamo al centro l’idroelettrico

di Gianni Vittorio Armani / vicepresidente Elettricità Futura e e amministratore delegato Iren

SONO MOLTEPLICI I MOTIVI PER RIMETTERE LA FONTE IDROELETTRICA AL CENTRO DELLA NOSTRA STRATEGIA DI DECARBONIZZAZIONE. TANTI QUANTI SONO I VANTAGGI CHE OFFRE AL SISTEMA ENERGETICO, ALL’INDUSTRIA, ALL’AMBIENTE E AI TERRITORI CHE OSPITANO GLI IMPIANTI

Con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, l’Italia si è impegnata a destinare quasi il 40 per cento dei 191,5 miliardi del Recovery Fund per realizzare la transizione ecologica; risorse che dovranno fare da leva per gli investimenti privati. Il settore dell’energia è infatti pronto a investire per raggiungere l’obiettivo di riduzione delle emissioni del 55 per cento di CO2 al 2030 e dare un forte impulso alla diffusione delle fonti rinnovabili. Tra queste l’idroelettrico, che in Italia ha scritto la storia dell’energia: una lunga tradizione nata nell’Ottocento che nel tempo ha saputo evolversi grazie all’innovazione tecnologica.

Oggi l’idroelettrico è la prima fonte rinnovabile nel nostro Paese per produzione, copre oltre il 40 per cento dell’energia verde, dando un contributo di 50 TWh al fabbisogno elettrico nazionale, a fronte dei 320 TWh di consumi complessivi. Per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione dell’Italia, al 2030 e al 2050, è necessario valorizzare al massimo il ruolo dell’idroelettrico. Secondo un recente rapporto Eurelectric, il nostro Paese avrebbe le capacità di sviluppare ulteriori 15 TWh, con un incremento di quasi il 30 per cento.
I motivi per rimettere l’idroelettrico al centro della strategia italiana di decarbonizzazione sono molti, tanti quanti sono i vantaggi che offre per il sistema energetico, per la nostra industria, per l’ambiente e per i territori che ospitano gli impianti.

Le caratteristiche quali-quantitative dell’idroelettrico rendono questa fonte insostituibile per garantire un sistema energetico efficiente e sicuro, a fronte di una sempre maggiore quota di energie rinnovabili non programmabili che dovrà essere in grado di accogliere, offrendo servizi di flessibilità e programmabilità grazie agli accumuli. La filiera idroelettrica è un asset industriale strategico per il nostro Paese. Attualmente, quasi la totalità degli impianti è gestita da imprese italiane, in grande parte a controllo pubblico, e questo valore - insieme al capitale tecnologico e di know-how - dovrebbe essere preservato. L’idroelettrico tutela e conserva la risorsa idrica dei territori attraverso un utilizzo virtuoso dell’acqua che non opera nessuna alterazione. Infatti, gli impianti valorizzano il contenuto energetico dell’acqua restituendola intatta - in quantità e qualità - all’ambiente. L’idroelettrico è anche un potente alleato contro le sempre più frequenti ondate di siccità che colpiscono il nostro Paese, preservando le riserve idriche. Inoltre contribuisce a contrastare i fenomeni di dissesto idrogeologico.

Genera ricchezza e benessere per i territori che lo ospitano, non solo in termini di imposte, canoni e sovracanoni versati, ma anche per l’altro numero di impiegati del settore. I dati ufficiali danno una prospettiva di crescita importante degli occupati permanenti (ULA dirette e indirette) nelle fonti rinnovabili, con una stima nel settore del solo idroelettrico pari a circa 16.380 ULA al 2030 (PNIEC 2019). [...]

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