Pisino: “Mobilità sostenibile, serve un nuovo paradigma produttivo” |
|
|
Pisino: “Mobilità sostenibile, serve un nuovo paradigma produttivo”
di Barbara Rauseo
LA TRASFORMAZIONE DEL SETTORE AUTOMOTIVE – OLTRE CHE ESPLORARE LE NUOVE FRONTIERE DEI COMBUSTIBILI – COMPORTERÀ LA RIDEFINIZIONE DELLA SUPPLY CHAIN, PER RECUPERARE IL GAP SUL FRONTE DELLO SVILUPPO DEL VEICOLO ELETTRICO E DI QUELLO A GUIDA AUTONOMA. E IMPATTERÀ NECESSARIAMENTE SULL’OCCUPAZIONE...
Su quali banchi dovremo tornare e quali materie approfondire, lo racconta a Nuova Energia Enrico Pisino, referente di SMTC – Sustainable Mobility Technology Center – il luogo in cui sorgeranno parte delle strutture del Polo della mobilità sostenibile e della manifattura, istituito dal protocollo d’intesa fra Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, CIM 4.0, API - Associazione Piccole e Medie Imprese, Camera di Commercio, Unione Industriale e Comune di Torino, con lo scopo di abilitare le imprese alla transizione verso la mobilità sostenibile.
Il progetto del nuovo Polo SMTC è stato presentto a luglio. Da quali esigenze nasce e perché proprio in questo momento?
L’idea è stata concepita almeno tre anni fa, all’interno di un progetto strategico pensato per rispondere a esigenze specifiche del territorio piemontese. Solo di recente sono stati stanziati i finanziamenti necessari e abbiamo quindi potuto dare il via al progetto. L’esigenza è stata fin da subito quella di supportare il fabbisogno di più filiere produttive: non solo quindi l’automotive, ma anche quella del trasporto su ferro – treni e metropolitane – nonché la nautica, che in Italia è certamente un settore importante. A questo si aggiunge lo sviluppo dei servizi legati alla mobilità sostenibile, che offrono maggiori opportunità e risorse a vantaggio dell’intera economia nazionale. In tutti questi contesti si vuole portare innovazione: non solo nei prodotti, ma anche – e soprattutto – nei processi.
L’individuazione di Torino come sede – e Mirafiori in particolare – immaginiamo non sia casuale. Perché questa scelta logistica?
L’ubicazione è stata determinata dal Ministero dello Sviluppo Economico nell’ambito di una politica industriale più ampia. Una decisone che è parsa piuttosto naturale: Torino è la capitale dell’automotive e il settore aveva bisogno di un rinnovamento tecnologico. Allo stesso tempo, la mobilità sostenibile è in una fase di completa rivoluzione, sia per quanto riguarda i servizi, sia lo sviluppo della multi-modalità. Mirafiori – un po’ per la sua storia, un po’ per l’ampia disponibilità di spazi – è subito stata individuata come luogo ideale.
A chi si rivolge il progetto?
Siamo partiti focalizzandoci su una filiera prevalente, quella dell’automotive. L’auto risulta ancora il mezzo di trasporto più interessante, anche sotto il profilo economico. In realtà si vuole affrontare in maniera più ampia il tema della mobilità sostenibile, un nuovo eco-sistema all’interno del quale l’automobile deve trovare il suo spazio. Si è poi raggiunta la consapevolezza che, in termini di business, di posti di lavoro, di sviluppo economico, il futuro sta nei servizi che si offrono e si offriranno ai cittadini. Lo sviluppo delle smart city e l’evoluzione tecnologica che potrà essere applicata indistintamente ai vari mezzi di trasporto, compreso il cosiddetto trasporto leggero (monopattini, scooter elettrici), costituirà il nuovo paradigma attraverso cui garantire la libertà e la mobilità delle persone. Il Polo si rivolge quindi a tutti gli attori che operano nelle filiere produttive legate alla mobilità sostenibile e allo sviluppo dei servizi, affinché possano...
PER LEGGERE L'ARTICOLO COMPLETO ABBONATI ALLA RIVISTA
© nuova-energia | RIPRODUZIONE RISERVATA
|
|