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Genova, dove la rumenta diventa risursa Stampa E-mail

Genova, dove la rumenta diventa risursa

di Luciano Maria Gandini /
responsabile Relazioni esterne e comunicazione di Gruppo AMIU Genova



GENOVA E TUTTA LA LIGURIA SI APPRESTANO A USCIRE DALLA FASE DI EMERGENZA E DIVENTANO AUTONOME PER QUANTO RIGUARDA LA CHIUSURA DEL CICLO DEI RIFIUTI. ECCO COME.

Coerentemente agli indirizzi del Piano regionale e a quelli comunitari e nazionali, lo smaltimento in discarica della frazione indifferenziata dei rifiuti urbani, che ha costituito negli ultimi decenni l’unica soluzione per la chiusura del ciclo dei rifiuti sul territorio ligure, dovrà sempre più costituire soluzione residuale. Nel complesso in Liguria, con la diminuzione di produzione totale e a crescita del differenziato avviato a recupero, cala considerevolmente il rifiuto destinato allo smaltimento.

Sulle circa 821.000 tonnellate prodotte nel 2019, circa 439.000 sono state raccolte in modo differenziato, con una quota di circa 382.000 mila tonnellate di indifferenziato da gestire. Il progresso - riconducibile a un miglioramento nell’intercettazione delle frazioni differenziate e a un calo della produzione, soprattutto dove vi è stato un passaggio al porta a porta spinto - è stato notevole, se si pensa che nel 2015 questa cifra superava quota 530.000 tonnellate (per tacere delle 636.000 del 2012).

I rifiuti dei genovesi anche nel 2019 sono stati inviati in gran parte fuori regione (in larga prevalenza in Piemonte, in Lombardia e in Toscana), oltre che nello spezzino e presso gli impianti delle discariche savonesi. I quantitativi di materiale da trattare fuori regione è in continuo e significativo calo, anche grazie alla possibilità di conferire temporaneamente quote crescenti dei rifiuti genovesi in altri impianti liguri, che hanno parallelamente visto ridursi i conferimenti dai loro territorio, rendendo disponibile una capacità residua di livello regionale utilizzata in via prioritaria. Tutto questo, però, sembra destinato a diventare solo un ricordo del passato.

A marzo 2021 è stata infatti posata la prima pietra dell’impianto TMB (Trattamento Meccanico Biologico) all’interno del polo impiantistico di Genova Scarpino. Armati di cazzuola, Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, e Marco Bucci, sindaco di Genova insieme ai vertici di AMIU Genova e di Iren hanno così dato il via ai lavori di un importante tassello nel percorso della chiusura del ciclo dei rifiuti sul territorio genovese e ligure. La realizzazione del nuovo impianto è infatti frutto di una pianificazione sovraordinata: risponde alle indicazioni e agli obiettivi della pianificazione di livello regionale e della Città Metropolitana, sia in termini di tecnologia di trattamento sia per la scelta localizzativa. [...]

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