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Serena: "Player, il futuro è riservato ai grossi calibri" Stampa E-mail
di Davide Canevari

Otto zeri; preceduti da un numero. È l’ordine di grandezza della spesa, naturalmente in euro, per la realizzazione di una nuova centrale tradizionale, con una potenza di riferimento di qualche centinaio di MW. È logico, quindi, che per investire in questo settore servano le “spalle grosse”. Tanto più che, ormai, nessuna società mette mano al portafoglio in prima persona, ricorrendo a forme dirette di indebitamento. Sono le banche ad intervenire, e per farlo richiedono requisiti di affidabilità e credibilità che solo i Gruppi strutturati possono offrire. È questo uno dei motivi per cui quello dell’energia è – e sempre più sarà in futuro – un settore riservato ai grossi calibri.
Restano le aree di nicchia, intese come sfruttamento di singole fonti (essenzialmente le rinnovabili) o come copertura di particolari aree geografiche. Ma la quota mercato degli operatori che le occupano è destinata a rimanere marginale a livello nazionale; trascurabile su scala europea. [...]


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