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Il Green Deal non può cambiare le leggi della fisica Stampa E-mail

Il Green Deal non può cambiare
le leggi della fisica

di Giovanni Brussato

Nuova Energia
ringrazia Gli Amici della Terra per aver concesso la pubblicazione di questo articolo, apparso in originale sull’
Astrolabio

TUTTE LE INSTALLAZIONI TECNOLOGICHE HANNO UN COSTO AMBIENTALE E SOCIALE. LA TRANSIZIONE ENERGETICA VEDRÀ LA DOMANDA DI METALLI CRESCERE COME MAI PRIMA NELLA STORIA DELL’UMANITÀ

Il Green Deal ha alla sua base un’impossibilità fisica: l’idea di energia libera e rinnovabile. I costi monetari, abientali e geopolitici delle tecnologie energetiche derivano da vincoli dela natura e della fisica di tutte le fonti, siano esse vento e sole o petrolio e gas. Tutte esistono in natura gratuitamente, ma questo è irrilevante. È l’uso del suolo - per accedere ai luoghi in cui si trovano tali risorse o per collocare gli impianti green - che ha un costo.

Tutte le installazioni tecnologiche hanno un costo ambientale e sociale, perchè costruite con materiali estratti dalla terra e perchè tutte le macchine si consumano; non c’è nulla di veramente rinnovabile in nessuna di esse.
Quindi, il Green Deal si sitetizza nell’enorme quantità di minerali che devono essere estratti per costruire le tecnologie verdi.
Da più parti si comincia a prendere coscienza che il passaggio all”energia verde e alla mobilità elettrica vedrà la domandadi metalli nei prossimi decenni crescere come mai prima nella storia dell'umanità.

La quantità di metalli necessari si basa su stime che sono legate ai percorsi e ai tempi per raggiungere la neutralità carbonica. La World Bank aveva stimato - cautelati - vamente, sulla base degli obiettivi dello scenario B2DS della IEA - chefosse necessaria una quantità di metalli pari a 3,5 miliardi di tonnellate per costruzione delle tecnologie green, senza includere le infrastrutture necessarie per supportare la distribuzione, come le linee di trasmissione, o i componenti come i telai dei veicoli elettrici.

Nel report New Energy Outlook 2020, gli analisti di Bloomberg ritengo insufficenti gli obiettivi dell'Economic Transition Scenario (ETS), da loro stessi elaborato, e ne pongono di ben più ambiziosi: il NEO Climate Scenario prevede infatti che la potenza rinnovabile globalmente installata salga a 57 TW al 2050, con 23,2 TW da fotovoltaico e 17,8 TW da eolico. Alla luce di queste previsioni, è necessario stimare nuovamente i quantitativi di materie prime critiche e l'impatto ambientale dalla loro estrazione.

La transazione energetica? Inizia e finisce con i metalli
Sebbene la locuzione materie prime critiche non abbia una definizione universale, è generalmente utilizzata per riferisi a metalli che sono di grande importanza economica per una particolare industria economica per una particolare industria o settore e presentano catene di approvigionamento, inoltre, possono essere esacerbati da basso potenziale di sostituzione e bassi tassi di riciclaggio. La percezione della scarsità di minerali che determinato Paese percepisce come critici è dinamico nel tempo. [...]

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