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Cittadini: “La transizione energetica? Un’opportunità economica, non solo un costo” Stampa E-mail

Cittadini: “La transizione energetica? Un’opportunità economica, non solo un costo”

di Paola Sesti


SMART WORKING, RINNOVABILI E ACCUMULO, GESTIONE DEL RISCHIO PREZZO E PPA. SENZA DIMENTICARE L’IDROGENO. UNA CHIACCHIERATA CON MARCO CITTADINI RESPONSABILE DIVISIONE NEXT SOLUTIONS DI FALCK RENEWABLES


“Sembra bizzarro dirlo, ma oggi sono in ufficio”. Marco Cittadini, responsabile della divisione Next Solutions di Falck Renewables, inizia con questa battuta apparentemente lieve la chiacchierata con Nuova Energia. Ma di leggero c’è poco, se si volge lo sguardo a 365 giorni fa, quando l’irrompere dell’emergenza sanitaria ha costretto tutti a un drammatico e radicale cambio di paradigma.
“Era fine febbraio dell’anno scorso, ricordo che era un venerdì sera quando in azienda ci siamo riuniti tutti, al telefono, domandandoci che cosa stesse succedendo. Il lunedì successivo 500 persone si sono dematerializzate in un colpo solo... La vita lavorativa è continuata ma questo è stato possibile perché lo smart working era qualcosa che facevamo già”.


L’impatto non vi ha colto dunque impreparati e il lavoro da remoto non ha stravolto - se non nell’entità
- il vostro modus operandi?
Esatto. Lo avevamo già istituzionalizzato sia formalmente – gran parte del nostro team ne poteva usufruire da un paio d’anni, per uno o due giorni la settimana – sia dal punto di vista tecnico.
Quello che mi ha fatto piacere è vedere che il nostro team, nonostante una minore interazione, ha continuato a lavorare in modo molto proattivo. È emersa una indubbia professionalità da parte di tutti i colleghi, una grande dedizione e un profondo senso di responsabilità individuale.

E oggi che ne è di questa esperienza sociale massiva? Questa modalità di lavoro può proseguire ad oltranza?
Le rispondo ni. In primo luogo perché oggi questo home-working (non più tanto smart...) inizia a far sentire i suoi effetti soprattutto nei rapporti personali. Il confronto è parte integrante del lavoro e, come dicevo prima, ritrovarsi oggi in sede sembrava una festa. Abbiamo tutti un po’ voglia di tornare in ufficio, fare le riunioni in presenza e bere un caffè in compagnia. Aggiungo poi un altro aspetto che secondo me va messo a tema: il ritmo serrato che si tiene lavorando da casa, riunione dopo riunione, davanti a uno schermo senza soluzione di continuità. La vita non è un computer che si può accendere e spegnere...

In medio stat virtus...?
Sì, penso a un ibrido. Quando siamo partiti con i primi esperimenti di smart working ricordo colleghi che sostenevano fosse impossibile lavorare da casa in modo efficiente. Ora siamo passati all’estremo opposto; si lavora solo da casa e non si va più in ufficio. Il sistema più bilanciato potrebbe essere un misto fra casa e ufficio, in particolare in presenza presso i clienti. Perchè non dimentichiamo che il lavoro non è solo una mansione impiegatizia da svolgere dietro una scrivania; c’è un’intensa attività relazionale da portare avanti. Pur garantendo la salvaguardia della salute, è necessario potersi mettere in relazione per fare business.

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