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Nove idee di buon senso per non cadere nel precipizio Stampa E-mail

Nove idee di buon senso
per non cadere nel precipizio

di Roberto Napoli / professore emerito Politecnico di Torino


Ormai si parla solo di emergenze: sanitaria, sociale, economica. Nell'emergenza sociale si alloca anche una particolare emergenzaeducazione e valoriale che riguarda soprattutto i giovani e che, a seguito della pandemia Covid, deve trovare un'adeguata risposta in ruolo dell'istruzione pubblica.
Molto interessante al riguardo è il recente rapporto Education in a post-Covid world: nine ideas for a public action, della International Commission on the Future of Education, istituita dall'Unesco nel 2019

Le nove idee pubblicate sono di tale buon senso che è veramente difficile trovare motivi per criticarle. Nella sostanza ribadiscono il ruolo importantissimo dell'istruzione come bene primario delle società, con i collari del rispetto dei diritti dei giovani, della necessità, della necessità di ampliare gli spazi nelle scuole pubbliche, di curare la preparazione tecnica-tecnologica e di rispettare le esigenze di solidarietà, inclusione e riduzione delle disegualianze, senza cadere nell'indottrinamento ideologico.

Sintetizzato in questi termini, il rapporto potrebbe apparire potrebbe apparire un insieme di banalità all'insegna del politicly correct. In realtà, è tutto veramente centrale per il futuro. Che poi la politica ne tragga le dovute conseguenze dipende da tantissimi fattori, variabili da Paese a Paese. In Italia il problema dell'istruzione post-Covid assume una valenza particolalmente delicata. Fra i Paesi sviluppati, il nostro è sistematicamente tra i fanali di coda nelle classifiche che riguardano la quantità e la qualità della formazione.

Nel suo lungo viaggio verso il precipizio l'italia è arrivata al bivio esistenziale, contrassegnato soprattutto da due grandi fenomeni. Il primo riguarda il degarado sociale e culurale, soprattutto fra i giovani. Di questo scadimento a lungo tollerrato è figlia la scarsa preparazione della classe dirigente e l'icapacità di atture riforme incisive. Non soltanto ci sono ignoranza e incompetenza diffuse, ma c'è anche una situazione sempre più estesa di giovani sostenzialmente amorfi o sbandati, che corrono dietro a valori distruttivi.
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