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Unione europea e IT: un ossimoro Stampa E-mail

Unione europea e IT: un ossimoro

di GIANGUIDO PIANI

Nuova Energia ringrazia Start Magazine per aver concesso la pubblicazione di questo articolo,
apparso in originale sul numero 3/2020, Novembre 2020-Febbraio 2021 - startmag.it



L’attività social dell’Unione europea è prova del fallimento della sua strategia digitale. Degli undici siti sui quali sono presenti le istituzioni europee uno solo, il gestore di brani musicali Spotify, è di un paese UE, tutti gli altri sono americani.


Ma il problema è molto più ampio. La maggior parte del cloud appartiene ad Amazon, Google e Microsoft. I desktop e laptop di uso comune utilizzano nella quasi totalità il sistema operativo Windows. Non esistono smartphone di produzione europea: occorre pagare dazio agli asiatici per l’hardware e ad aziende americane per le licenze. I chip sono di produzione asiatica o americana. Secondo l’Agenda di Lisbona del 2000 entro il 2010 l’Unione europea sarebbe dovuta diventare “la più competitiva e dinamica economia della conoscenza”.

Obiettivo mancato. Nel 2010 con l’Agenda digitale l’UE avrebbe dovuto raggiungere per il 2020 “vantaggi socio- economici sostenibili grazie a un mercato digitale unico basato su internet veloce e superveloce e su applicazioni interoperabili”. Non pervenuto. Nel 2018 la Commissione UE ha adottato una strategia digitale “focalizzata sull’utente e guidata dai dati”.
Anche questa probabilmente non porterà a nulla: il documento di descrizione è tanto ricco di aggettivi quanto povero di proposte concrete. Piuttosto è istruttivo vedere come si potrebbero ottenere buoni risultati non in teoria, ma in pratica. Dei numerosi aspetti delle tecnologie IT saranno considerati, per la loro importanza, servizi in Internet, reti social e il software amministrativo.

L’unica società europea che può competere con Google è la russa Yandex. Fondata nel 1997, offre un vasto ecosistema che comprende motore di ricerca, posta, cartografia, pagamenti e altri servizi. Facebook è di fatto l’unico social presente in Europa, ma i cinesi possono evitarlo grazie a Baidu e i russi con VK, che offre la stessa funzionalità, ha avuto fin dall’inizio molta più flessibilità nelle impostazioni di riservatezza, non fa uso dei mi piace ed è molto più discreto con la pubblicità. Un perfetto sito di applicazione pratica dei valori europei. VK non è stato finanziato da oligarchi con milioni di dollari, è stato ideato nel 2006 da un ragazzo ventiduenne, Pavel Durov, sviluppando l’idea iniziale di Facebook in senso meno commerciale e competitivo, con nessuna rincorsa di posizione o caccia alle preferenze. Il successo in Russia è stato immediato, Facebook resta ampiamente distaccato. [...]

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