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Ka Mate (All Blacks) Stampa E-mail

Ka Mate (All Blacks)

di FRANCESCO LEPRE Visita il profilo LinkedIn


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C’era stato un problema. Anzi, più di uno.
Per tutto il primo tempo i ragazzi avevano corso tantissimo, ma placcavano male e non erano incisivi sulle mischie.


Due mete arrivate quasi per miracolo. Risultato: alla fine del primo tempo tre punti di svantaggio. I ragazzi erano seduti sulle panche. Molti chini, gomiti sulle ginocchia, mani unite e occhi al pavimento. Qualcuno veniva medicato. L’allenatore era in piedi, davanti a loro, in silenzio. Mani sui fianchi, cercava le parole. I suoi ragazzi erano più forti, senza dubbio. Se li sarebbero dovuti mangiare quegli avversari, eppure...

Avevano sempre sopportato bene la tensione, non era quello il problema.
Ma nelle ultime partite c’era stato qualche selezionatore di troppo sugli spalti. Troppi davvero, anche, rispetto ai componenti di quella squadra. E troppi specchi per guardarsi: la testa di molti cominciava a viaggiare. E ci si cominciava a guardare in cagnesco già dagli allenamenti. La gelosia e la speranza di entrare nel mondo dei professionisti si erano mischiate pericolosamente.

E questo valeva soprattutto per i due diamanti della squadra, quelli su cui tutti contavano. Non si guardavano più, non si aiutavano… non c’era più la squadra. Quante volte ci sarà capitato di percepire che se fossimo stati più uniti forse avremmo ottenuto risultati migliori e con meno sforzo.
Il nostro è un settore in profondo cambiamento. Ce lo siamo detti tante volte. Nel bel mezzo di una pandemia ci troviamo a dover (e voler) affrontare un cambiamento climatico ormai sotto gli occhi di tutti.

Diverse settimane fa Nature Comunications ha pubblicato uno studio dello Stockholm Resilience Centre secondo cui il 40 per cento della foresta amazzonica ha raggiunto un punto di non ritorno, divenendo un territorio molto simile a quello di una savana. I vasti incendi che si sono diffusi negli ultimi mesi non hanno fatto che accelerare un processo distruttivo già avanzato e provocato dai cambiamenti climatici. Il nostro polmone mondiale è in pessime condizioni. Questo primo triste giro di boa non è che un ulteriore passo di un processo che dobbiamo fermare quanto prima. Ma dobbiamo fare squadra. [...]

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