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Mercati dell’energia, cosa ci sarà (forse) domani Stampa E-mail

Mercati dell’energia,
cosa ci sarà (forse) domani

di VIRGINIA CANAZZA / REF-E


A seguito delle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria abbiamo assistito nelle settimane di lockdown a una notevole diminuzione della domanda elettrica italiana, calata del 20 per cento rispetto agli ultimi anni.


Un impatto considerevole, probabilmente uno dei più forti avuti in Europa. Paesi come la Germania, ad esempio, hanno subìto impatti minori perché possiedono un’industria pesante più automatizzata o perché hanno attuato misure meno restrittive. La crisi scatenata dalla pandemia ha avuto forti effetti anche sul prezzo delle
commodity, andando a peggiorare una tendenza negativa già presente.
Da un lato, dall’anno scorso abbiamo assistito a un rallentamento della crescita della domanda energetica asiatica, dovuto anche agli effetti della guerra dei dazi tra USA e Cina. Dall’altro, si è verificato un incremento dell’offerta disponibile. L’effetto aggiunto della crisi Covid ha portato nelle scorse settimane i prezzi di petrolio e gas ai minimi storici e a un consolidamento del
coal-to-gas switching, ovvero la sostituzione della produzione elettrica a carbone con quella a gas.

Il prezzo elettrico, che segue inevitabilmente i livelli delle
commodity, è influenzato anche dal forte grado di concorrenzialità del mercato, accentuato dallo straordinario calo della domanda. Nel mese di aprile circa il 6 per cento delle ore hanno mostrato un prezzo sotto i 10 euro/MWh, e addirittura pari a zero in alcune ore dei giorni di domanda minima. Nonostante ciò, il PUN rimane uno dei più alti di Europa – 25 euro/MWh ad aprile, circa 22 euro/MWh fino al 20 maggio – quando per esempio in Francia e in Germania si situa anche sotto i 10 euro/MWh.

D’altro canto, i prezzi catturati dalle rinnovabili sono fortemente impattati, oltre che dal livello minimo delle
commodity, anche dal fenomeno della “cannibalizzazione”: con una domanda molto bassa si accresce l’incidenza della produzione fotovoltaica nel mix energetico, erodendo nelle ore centrali della giornata la capacità del termoelettrico di sostenere i prezzi. In alcuni momenti la penetrazione di rinnovabili sul fabbisogno è salita oltre il 55 per cento, arrivando a sfiorare il 70 per cento in alcune ore.

Si tratta di un livello eccezionale che ha costretto Terna a ricorrere a misure di sicurezza preventiva, riducendo le importazioni o annullandole, e tagliando la produzione rinnovabile allo scopo di dare spazio alla produzione termoelettrica per garantire i margini di riserva e il bilanciamento del sistema elettrico.
La caduta del reddito sarà maggiore di quella derivante dalla crisi finanziaria del 2009, per il contemporaneo shock di domanda e di offerta. Per ogni settimana di
lockdown si stima un crollo produttivo nell’ordine dello 0,5 per cento. [...]

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