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Less is more, ovvero l’arte della semplificazione Stampa E-mail

Less is more, ovvero
l’arte della semplificazione

di SIMONE MORI / presidente Elettricità Futura Visita il profilo LinkedIn


I risultati della prima tornata di aste per le rinnovabili suggeriscono alcune riflessioni sulla reale ambizione del nostro Paese nel raggiungimento degli obiettivi delineati dal PNIEC.

Innanzitutto, se guardiamo ad esempio la curva dei prezzi forward, scopriamo che molti progetti produrranno a un costo inferiore rispetto a quello che i clienti pagheranno sul mercato all’inizio del 2021 e ciò dimostra, una volta per tutte, l’effettiva competitività degli impianti rinnovabili rispetto a quelli tradizionali.

Ciò avrà nei prossimi anni un impatto molto positivo per il Paese: secondo stime di Elettricità Futura, la realizzazione degli obiettivi del PNIEC in termini di energia rinnovabile determinerà, infatti, una riduzione della spesa nazionale per l’energia elettrica pari a circa 3,2 miliardi di euro al 2030 e a 8,6 miliardi al 2032.

Tuttavia, la mancata saturazione della domanda, sia per le aste sia per i registri, ci mostra che il ritardo che stiamo accumulando sul piano delle nuove autorizzazioni è talmente evidente da aver impedito a tantissimi progetti di partecipare.

È facile intuire che, se i nuovi impianti rinnovabili sono in grado di produrre energia a un prezzo inferiore rispetto a quello che il mercato esprime, e al contempo la domanda non viene saturata, rischiamo di non concretizzare la potenzialità tecnologica del nostro Paese, oltre a compromettere la competitività del mercato. Insomma: una grande occasione sprecata.
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