Responsabilità digitale?
La sfida delle app dell’energia

di MASSIMO GARANZINI / Energy & Utilities Industry Lead, Omnicom PR Group

È stata presentata a febbraio 2020 una ricerca sugli stili di vita pan-europei in relazione alla sostenibilità (Oney e OpinionWay).

Molti sono gli spunti interessanti, ma uno ha attirato particolarmente la mia attenzione. Parliamo di acquisti legati alla sostenibilità. Quali sono i principali criteri che influenzano il consumatore? Il prezzo è sempre il primo driver di attenzione e criterio ineludibile di paragone. Ok, nessuna novità.

L’impatto sulla salute è il secondo criterio più importante, considerato dalla maggior parte degli intervistati un fattore chiave nella scelta di un bene, insieme alla prestazione e alla durata di vita dei prodotti. Interessante.
Un fattore decisivo, il secondo in assoluto, è dunque: “Quanto questo acquisto sarà in grado di produrre un beneficio per me?”.

“E quanto questo beneficio sarà duraturo ed efficace nel tempo?”. Queste due domande mettono in luce il desiderio di realizzazione, di cura di se stessi e di continuità oltre al semplice momento dell’acquisto, all’hic et nunc che pure è influenzato da decisioni anche, apparentemente, impulsive.
Così sembra conseguenziale il terzo elemento che guida le scelte in tema di sostenibilità: la reputazione.

È questo un fattore rilevante e che viene preso in considerazione nel processo di acquisto. “Chi c’è dietro? In che modo questo prodotto/ servizio viene realizzato?” sono le domande sottointese nel “carrello della spesa” responsabile. E questa attitudine di attenzione etica è sempre più diffusa a tutti i livelli e per molti prodotti e servizi.
Nel corso degli ultimi tre anni sono aumentate le pratiche responsabili e quasi un consumatore su due sta acquistando un maggior numero di prodotti biologici, più prodotti di produzione locale, smista i propri rifiuti e acquista prodotti riciclabili o riciclati.[...]

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