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Regolazione, non è stato un buco nell’acqua Stampa E-mail

Regolazione, non è stato un buco nell’acqua


di MASSIMO VENTURA


La regolazione nel settore acqua non ha intaccato la sostenibilità sociale delle tariffe, ha dato profondo impulso agli investimenti, ha avuto ricadute positive sul territorio, ha incrementato la capacità di attrazione di capitali da parte delle utility.

A sette anni di distanza dalla presa in carica in ARERA del servizio idrico, il bilancio è ampiamente positivo. Come è stato sottolineato anche durante il Festival dell’Acqua di Bressanone, lo scorso maggio, “è stata una fase di intensi cambiamenti, culminati con le recenti disposizioni sulla qualità tecnica; il percorso evolutivo delle aziende è, tuttavia, tutt’altro che concluso”. Lo studio dell’
Observatory for a Sustainable Water Industry, presentato in un seminario in occasione del Festival dell’Acqua ha cercato di fare un bilancio delle ricadute dell’introduzione della regolazione ARERA sul SII (Sistema Idrico Integrato) e di valutare gli ulteriori obiettivi raggiungibili in fase prospettica. [...]

E adesso?
Proseguire sulla strada della regolazione potrebbe tradursi in un beneficio complessivo – una volta ultimato il percorso verso la qualità tecnica fissato da ARERA – di 50 miliardi di euro, con oltre 80 miliardi di risparmi al 2040 (in particolare, per la riduzione delle perdite, il miglioramento della qualità delle acque potabili, la migliore depurazione delle acque reflue, la diminuzione di smaltimento fanghi in discarica) a fronte di 30 miliardi di costi del servizio
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