Facciamo (bene) i conti
con la transizione energetica

di ALESSANDRO CLERICI / presidente onorario WEC e FAST

Nell’introduzione del PNIEC si sottolinea che “devono essere tenuti in debita considerazione aspetti di sostenibilità economica e di compatibilità con altri obiettivi di tutela ambientale”.

Questo, confinandoci alle rinnovabili, risulta il problema fondamentale e prioritario. Si nota, inoltre, che è definita come una “proposta” che necessita, quindi, di ulteriori approfondimenti e aggiustamenti con i vari stakeholder per arrivare a un vero piano contenente programmi definiti per i vari interventi e i loro impatti economici globali, che nella proposta risultano in parte carenti.

Rimanendo nel settore elettrico, il PNIEC prevede in servizio al 2030 50 GW di fotovoltaico e 20 GW di eolico rispetto agli attuali 20 GW di fotovoltaico e 10 GW di eolico. Per l’esplosivo sviluppo del fotovoltaico, in primis, non è chiara la suddivisione degli investimenti tra grossi (giustamente menzionati come indispensabili, almeno in parte, per raggiungere gli obiettivi) e piccoli impianti, distribuiti su tetti o tettoie, il cui costo al kW installato varia da 2,5 a 4,5 volte rispetto a quello di grossi impianti.
Tale suddivisione, con le relative localizzazioni, influenza fortemente gli inevitabili adeguamenti e investimenti dei sistemi di trasmissione e distribuzione.

Non risulta nel PNIEC come saranno “promossi” e “remunerati” (per non usare la brutta parola incentivati) i vari investimenti diretti sull’espansione delle reti di trasmissione e distribuzione e quelli per i servizi ausiliari (bilanciamenti, sistemi e servizi di storage, capacity market di diverse tipologie per potenza ed energia, regolazione della tensione, eccetera). Una ponderazione corretta di tali investimenti e dei loro costi di gestione dovrebbe sfociare in valutazioni totali dei costi che ricadono sulla comunità e portare a una filosofia di recupero sulle bollette o sul sistema di tassazione per le varie categorie di cittadini. [...]