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Codazzi: "Il 2018 sarà cruciale per clima ed energia" Stampa E-mail










di DAVIDE CANEVARI
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“Tra i punti di forza della SEN, prima di tutto credo vada segnalato il suo approccio integrato tra i vari ambiti energetici per il raggiungimento degli obiettivi 2030, con relativa roadmap. È apprezzabile, inoltre, la modalità di elaborazione, che ha visto il coinvolgimento di oltre 250 soggetti, tra istituzioni, associazioni di categoria, partiti politici, aziende e privati”.


Matteo Codazzi












Parte da un commento alla Strategia – e non poteva essere diverso – l’incontro di Nuova Energia con Matteo Codazzi, amministratore delegato di CESI.
“In generale, inoltre – prosegue Codazzi – condivido in pieno i suoi tre obiettivi principali: aumento della competitività del Sistema Italia, miglioramento della sicurezza e della flessibilità, rispetto dell’ambiente”.

Possibili lacune?
In effetti penso che ci siano alcuni temi che, sebbene opportunamente indirizzati dalla SEN, vadano focalizzati più compiutamente per renderli concretamente operativi.
Ad esempio, il raggiungimento entro il 2030 dell’obiettivo del 55 per cento di produzione da RES rispetto ai consumi lordi si traduce in un significativo aumento di impianti fotovoltaici (PV) ed eolici, nei prossimi dodici anni, di circa 40 GW per il fotovoltaico (più 200 per cento) e 18 GW di eolico (pari a un incremento del 100 per cento). Uno sforzo di questa portata sarà possibile solo a fronte di schemi regolatori chiari e stabili che consentano un’adeguata remunerazione dell’investimento. Questi meccanismi dovranno necessariamente essere market based e consentire, da un lato, un equo ritorno all’investitore e, dall’altro, un’economicità per il consumatore finale tenuto anche conto dei benefici ambientali.
Analoghe considerazioni si possono applicare al decommissioning delle centrali a carbone, anticipato entro il 2025. Smantellare gli attuali impianti, che ancora nel 2015 contribuivano per il 16 per cento della produzione elettrica nazionale, sarà un percorso costoso e da affrontare in modo che non gravi troppo sul sistema e sugli utenti.[...]


Un capitolo intero della SEN è dedicato alla “sicurezza energetica”.
Quanto è importante a suo avviso questo aspetto?

Molto. Per capire quanto sia cruciale per un Paese un approvvigionamento energetico da fonti sicure dobbiamo pensare che l’Italia per il soddisfacimento del proprio fabbisogno energetico a oggi dipende per il 76 per cento dalle importazioni. La Russia, da sola, rappresenta quasi il 50 per cento delle importazioni totali di gas naturale.


In questo senso, la scelta della SEN è chiara e di ordine strategico.
Infatti: maggiore utilizzo delle rinnovabili e contestuale diversificazione dei corridoi di approvvigionamento del gas. È indubbiamente una scelta condivisibile alla luce sia della crescente instabilità di tante regioni esportatrici, sia per evitare di essere troppo esposti a impennate dei prezzi.
Il caso del 2008, con il prezzo del barile che superò i 140 dollari, è significativo. Per quanto riguarda il gas, in particolare, è essenziale completare la realizzazione di corridoi alternativi. Mi riferisco, tra gli altri, al gasdotto TAP e all’EastMed-Poseidon.
[...]


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