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I battitori liberi nell’era digitale e il futuro delle risorse umane Stampa E-mail










di CARLETTO CALCIA
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Negli Anni ‘80, in occasione di una mia presenza ad Abidjan, in Costa d’Avorio, conobbi il signor Rinaldi. Dopo il nostro primo incontro mi chiese: “Lei è il mio capo?”.


Entrambi facevamo parte del Tecnomasio Italiano Brown Boveri ma Rinaldi, valido specialista di messe in servizio e di supervisioni di impianti, era talmente impegnato a svolgere preziosi compiti in giro per il mondo da non avere neppure il tempo per conoscere la sua posizione in azienda.
Egli rappresentava pertanto uno dei rari esempi di battitore libero, da tutti utilizzati per gli indiscussi e celebrati meriti, indipendentemente dall’organigramma aziendale con i suoi “livelli” e le sue caselle. I battitori liberi costituivano la punta avanzata della positiva immagine aziendale presso i clienti.

Il “caso Rinaldi” mi spinge ad alcune considerazioni sul futuro delle organizzazioni aziendali e sulle responsabilità degli operativi e della funzione HR (human resources). L’assoluta priorità della competitività nel difficile mondo digitale richiede un ampio sviluppo di talenti in grado di fornire contributi a livello imprenditoriale, oltre che secondo le proprie competenze specifiche. Organigrammi, livelli e caselle, con i loro mansionari, dovrebbero pertanto ricoprire un ruolo più amministrativo che operativo.
I continui mutamenti di mercati e di business in corso e futuri comporterebbero, infatti, revisioni e adattamenti organizzativi sempre più complicati. Le persone in azienda non devono sentirsi rinchiuse nei limiti di livelli e caselle ma devono essere educate a determinazione e consapevolezza per “giocare all’attacco” e non in difesa.
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