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Phase out o non phase out questo è il dilemma Stampa E-mail
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di CARLO ANDREA BOLLINO
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Facciamo il punto della situazione. L’aggiornamento della Strategia Energetica Nazionale è alle battute conclusive. Chiusa la consultazione pubblica, MiSE e MATTM stanno lavorando per la stesura del documento finale. L’iter, a detta del ministro Calenda, si chiuderà verso la fine del 2017.



Nella versione della SEN pubblicata per la consultazione sono stati sviluppati uno scenario nazionale base e uno di policy “intermedio”, che attua solo gli obiettivi minimi obbligatori stabiliti dalla bozza di provvedimenti approvati nel Clean Energy Package.
Lo scenario di policy intermedio deve essere considerato come un’indicazione per l’individuazione delle scelte politiche e funziona come punto di partenza per fissare obiettivi più ambiziosi e sfidanti per il nostro sistema energetico quali, ad esempio, il phasing out del carbone dal settore termoelettrico o l’incremento della penetrazione delle fonti rinnovabili fino al 27 per cento (invece del già sufficiente 24 per cento).

La consultazione pubblica dovrebbe, in pratica, giustificare un nuovo scenario di policy che sarà definito da qui a breve e che indicherà le scelte complessive e comprenderà le valutazioni di impatto socio-economico di queste scelte, allo scopo di esaminare gli effetti delle politiche sui settori produttivi e sulla relativa competitività.
Oggi la questione del carbone anima i tavoli dell’UE. Nel negoziato sul Clean Energy Package si sta valutando se introdurre l’Emission Performance Standard, ovvero un tetto alle emissioni di 550 gCO2 per kWh di energia elettrica prodotto, che impedirebbe alle centrali a carbone esistenti l’acceso ai meccanismi di remunerazione della capacità. Inoltre, per ottenere un rialzo dei prezzi della CO2, disincentivando così il ricorso ai combustibili fossili solidi, si intende avviare la Market Stability Reserve, con cui si ridurrebbe l’eccesso d’offerta di quote di emissione nel sistema ETS.

Agli attuali prezzi delle materie prime e al netto della fiscalità, l’AIEE calcola in 25 euro/tCO2 il prezzo in grado di rendere competitivo il gas naturale rispetto al carbone nel settore termoelettrico. Come sappiamo, tuttavia, i permessi sono scambiati, da molto tempo ormai, ad un valore vicino ai 7 euro/tonnellata.
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