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Siamo in piena frenesia da Unione Energetica Stampa E-mail
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di CARLO ANDREA BOLLINO
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Prendiamo in prestito le parole del professor Pietro Maria Putti, presidente e AD di GME, tratte dall’ultima relazione annuale della società gestore del mercato elettrico designato (NEMO) per l’Italia. Il 2016 è stato un altro anno in cui l’integrazione dei mercati europei dell’energia ha compiuto un notevole passo in avanti.



Le specificità regionali modellano uno scenario di fondo tracciato dall’andamento dei prezzi dei combustibili. Il calo dei costi di olio e gas ha fatto toccare record negativi sulle borse elettriche, livellando le differenze nazionali. Il PUN ha viaggiato al 22 per cento sopra la media aritmetica dei principali mercati europei (IPEX, EPEX Francia e Germania, Nord Pool e OMEL), quando nel 2015 era al 35 per cento. Il massimo distacco, più 63 per cento, è stato toccato nel 2007.
Buona parte del merito va assegnata, però, all’improvvisa indisponibilità del parco nucleare francese, che dal mese di ottobre in poi ha provocato un’impennata dei prezzi un po’ in tutta Europa, rendendo competitivi i cicli combinati italiani che così hanno iniziato ad esportare in maniera sostanziosa.

In questa parte del mondo siamo in piena frenesia da Unione Energetica e questo lo si può constatare dalla fioritura di studi scenaristici e analisi di impatto di una maggiore integrazione dei mercati dei paesi UE.
Uno studio appena pubblicato da E3MLab/ICCS (Modelling study contributing to the Impact Assessment of the European Commission of the Electricity Market Design Initiative) si inserisce nella Market Design Initiative della Commissione Europea, cercando di affrontare le sfide e le opportunità offerte dalla transizione verso un sistema energetico decarbonizzato sul lato del mercato interno dell’energia elettrica. L’obiettivo principale è di analizzare l’impatto economico delle diverse opzioni di politica che potrebbero essere scelte per affrontare queste sfide e al tempo stesso per rimuovere le distorsioni che condizionerebbero il futuro mercato unico.
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