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INFO@COMUNI - Conto Termico 2.0... anche la pubblica amministrazione ringrazia Stampa E-mail











30 aprile 2017 | INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA | Considerando PA e privati, le richieste di concessione dell’incentivo hanno raggiunto il picco di 2.800 a febbraio. Gli interventi sull’involucro opaco hanno assorbito il 42 per cento delle risorse erogate alle PA. A seguire: le chiusure trasparenti, i generatori a condensazione, il solare termico. Ancora poco sfruttato il CT 2.0 per generatori a biomasse e pompe di calore.


Capita spesso di dover criticare un sistema di incentivo che, pur partendo con le migliori intenzioni, spesso finisce per realizzare meno di quanto ha promesso. E, non di rado, solo per cavilli o intralci burocratici. Il Conto Termico sembra costituire una piacevole eccezione. Specie nella sua versione 2.0, “rivista e corretta” e attiva dal 31 maggio 2016. Funziona bene, e ha convinto anche la pubblica amministrazione.
“Dall’avvio del meccanismo al 1° marzo 2017 - precisa una nota del GSE - risultano ammesse all’incentivo quasi 29.000 richieste, per un totale di circa 98,5 milioni di incentivi impegnati, di cui 80 milioni afferenti a interventi effettuati da privati e 18,5 milioni a quelli realizzati dalle PA”.
Una misura ancora più significativa di come il Conto Termico sia stato accettato con favore (crescente) la fornisce l’incremento delle richieste di concessione dell’incentivo. Da un media di circa 900 al mese nelle fasi di lancio dell’iniziativa, si è passati al picco di 2.800 a febbraio 2017. È interessante anche fare un’analisi delle tipologie di intervento preferite dalle pubbliche amministrazioni. Considerando gli incentivi erogati - anche in questo caso vengono in aiuto le rilevazioni del GSE - l’involucro opaco ha assorbito oltre il 42 per cento delle risorse erogate. A seguire: le chiusure trasparenti (20,4 per cento) e i generatori a condensazione (17,5 per cento). Sotto la soglia dei 10 punti percentuali l’installazione del solare termico (7 per cento), dei generatori a biomasse (4 per cento) e delle pompe di calore (3,7 per cento). La building automation e l’efficientamento dei sistemi di illuminazione non hanno per ora ottenuto attenzioni nell’ambito del CT 2.0. D’altra parte, se si considera il numero di interventi e non l’ammontare in euro, la prevalenza assoluta - con oltre il 50 per cento di quota mercato - spetta ai generatori a condensazione.
Profondamente diversa è la classifica nel caso dei privati. Pressoché la totalità delle risorse viene distribuita tra due sole opzioni tecnologiche: il solare termico (51,3 per cento) e i generatori a biomasse (46,3 per cento). Due scelte che - in ambito PA - non entravano neppure a medaglia. Trascurabile, ad oggi, il peso specifico delle pompe di calore (1,8 per cento).


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