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INFO@COMUNI - Anno 2030: nel Pacchetto dei rifiuti il 70 per cento è riciclato Stampa E-mail











31 marzo 2017 | INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA | Il Parlamento europeo ha adottato un nuovo progetto legislativo per massimizzare il riciclo, il compostaggio o il riutilizzo degli RSU. L’obiettivo è quello di ridurre al 10 per cento (o anche meno) i conferimenti in discarica entro i prossimi 15 anni.


A metà marzo il Parlamento europeo ha adottato - a larghissima maggioranza - un nuovo progetto legislativo che mira a rendere ancora più sostenibile la gestione del ciclo dei rifiuti, limitando la produzione all’origine e massimizzando gli obiettivi di recupero.
In particolare, il “Pacchetto rifiuti” prevede di portare la quota di rifiuti solidi urbani (RSU) riciclati, compostati o preparati per il riutilizzo (controllati, puliti, riparati) dall’attuale 44 per cento al 50 per cento nel 2020 e al 70 per cento nel 2030. L’obiettivo è certamente ambizioso ma non proibitivo se si guarda alla strada percorsa nel recente passato: Ancora nel 2004, infatti, la parte di RSU recuperata non superava il 31 per cento.
Per i materiali di imballaggio - carta e cartone, plastica, vetro, metallo e legno - il target è ancora più sfidante: 80 per cento di recupero come obiettivo per il 2030.
In parallelo - e di conseguenza - dovrà ridursi il conferimento in discarica. “Il progetto di legge - si legge in una nota del Parlamento - limita la quota di rifiuti urbani collocati in discarica al 10 per cento entro il 2030.
Si propone una riduzione di quest’ultima al 5 per cento, ma è prevista una proroga di cinque anni a determinate condizioni per gli Stati membri che, nel 2013, hanno collocato in discarica più del 65 per cento dei loro rifiuti urbani”.
Altro ambito di intervento, i rifiuti alimentari. Le cifre sul piatto sono impressionanti: una media di 180 chilogrammi/anno per ogni singolo cittadino della UE vengono oggi gettati, per un volume complessivo pari a 89 milioni di tonnellate. Il “Pacchetto rifiuti” fissa l’obiettivo di una riduzione del 30 per cento al 2025 e del 50 per cento al 2030.
Ora la parola passa al Consiglio dei ministri UE con il quale il Parlamento dovrà negoziare il testo definitivo da tradurre in una specifica direttiva.


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