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INFO@COMUNI - L’Internet of Things “bussa”alla porta degli italiani Stampa E-mail











31 marzo 2017 | INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA | Le applicazioni in ambito domestico dell’IoT stanno conquistando consensi e i potenziali di sviluppo appaiono enormi. Per ora le applicazioni preferite riguardano la sicurezza e l’efficienza energetica. Resta però alto il timore di cyber-intrusioni.


Internet delle cose. Ma potremmo anche definirlo, senza modificare la sigla IoT... Internet delle case. Di cosa si tratta? In estrema sintesi è l’applicazione di Internet agli oggetti reali (un frigorifero, un climatizzatore, un sistema anti-intrusione, …) connessi, appunto, alla rete. Una definizione più rigorosa non è semplice: anche per gli addetti ai lavori Internet delle cose è un’innovazione più facile da intuire che da spiegare. Tanto è vero che negli States l’acronimo è stato definito un terminology zoo (una sorta di “zoo dei significati”, in cui è molto labile il confino tra cosa è e cosa non è); oppure un concetto fuzzy (letteralmente: sfuocato).
Nonostante queste incertezze linguistiche, l’IoT sta conquistando le case degli italiani; sta diventando un’applicazione che in ambito domestico trova uno dei terreni di crescita più fertili. Recentemente la School of Management del Politecnico di Milano ha preso in esame questo specifico mercato sbilanciandosi: “Il potenziale è davvero enorme e proprio la casa connessa si propone come fulcro dell’ecosistema Internet delle cose”.
Per ora il mercato italiano - 185 milioni di euro spesi lo scorso anno - è ancora oggettivamente contenuto; ma il tasso di crescita anno su anno è già significativo: più 23 per cento. E siamo solo agli esordi...
Secondo Nomisma, ad esempio, 74 italiani su 100 sono “incuriositi dalla casa intelligente” e addirittura 93 su 100 si dichiarano “interessati a provare almeno un’innovazione appartenente all’IoT”. Il dato potrebbe essere un po’ generoso (credere che 55,8 milioni di connazionali abbiano chiaro il significato di Internet delle cose richiede una buona dose di ottimismo) ma la rivoluzione è sicuramente in atto.
Lo studio della School of Management ha poi censito 290 soluzioni “per la casa connessa”: 90 sono dedicate alla sicurezza (videocamere di sorveglianza, serrature, videocitofoni connessi, sensori di movimento), una trentina al controllo da remoto degli elettrodomestici, altrettante per monitorare i consumi dei dispositivi elettrici, poco più di 20 applicate alla gestione dei sistemi di riscaldamento e raffrescamento. L’efficienza energetica - in termini di proposte sul mercato e non di budget investito - si ritaglia quindi una quota mercato pari al 30 per cento.
Criticità? Secondo un’indagine Doxa, effettuata tra gli utenti di Internet, una buona metà del campione ritiene che l’offerta di soluzioni sul mercato sia ancora troppo limitata o non abbastanza evoluta (e pe questo si rimanda l’acquisto). Inoltre, il 67 per cento dei potenziali acquirenti teme cyber-intrusioni, ovvero l’accesso o il controllo da parte di terzi malintenzionati agli oggetti connessi.
A maggior ragione, a questo punto, diventano strategici gli aspetti legati alla velocità e alla qualità della navigazione Internet.


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