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Una rivoluzione culturale: la normalità dell’emergenza Stampa E-mail











di ROBERTO NAPOLI
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Trump aveva promesso di rivoluzionare lo scenario energetico preparato da Obama e sta mantenendo le promesse. Negli USA è partita una rivoluzione energetica, concettualmente molto semplice e pragmatica oltre che finanziariamente molto ben fornita.


Credit: Mo Riza












Per certi versi è quasi un ritorno al passato, inserito in un contesto egoistico per risultati a breve termine e poco incline a prendere in considerazione gli interessi generali del resto del mondo. Le implicazioni sono tali da scombinare radicalmente le prospettive alle quali ci eravamo abituati.
L’amministrazione centrale statunitense ritorna alla grande alle energie fossili e abbandona ogni velleità di farsi carico di extra-costi per combattere quel riscaldamento globale simpaticamente definito un’autentica sciocchezza. La sfida di Trump è molto solida e ha buone carte da giocare, perché a breve termine può fornire risultati economici tangibili e quando l’economia gira, tutto il resto si appiana.
Rimane però il fatto che la società americana è molto articolata e complessa, per cui non mancheranno le resistenze da parte dei settori più progressisti. Fra questi settori va annoverata ad esempio la California.
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