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INFO@COMUNI - Economia circolare e rifiuti: semaforo verde per il recupero energetico Stampa E-mail











24 febbraio 2017 | INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA | A un anno dall’adozione del “pacchetto circular economy” la Commissione Europea ha ribadito che la valorizzazione energetica ha un ruolo essenziale in un corretto ciclo di gestione dei rifiuti. Perché il riciclaggio, da solo, non può fare il 100 per cento del lavoro!


Come già aveva scritto info@comuni la scorsa primavera, l’Europa Unita ha recentemente sposato un nuovo modello di sviluppo. Dopo aver puntato a lungo sulla green economy, ha deciso di votarsi alla circular economy!
Non è certo stata una svolta brusca, solo un’evoluzione. O, se vogliamo, un affinamento. Per usare le stesse parole della Commissione, nell’economia circolare “il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse è mantenuto quanto più a lungo possibile e la produzione di rifiuti è ridotta al minimo. Un’economia, dunque, che sia sostenibile, rilasci poche emissioni di anidride carbonica, utilizzi le risorse in modo efficiente e resti competitiva”.
E chi potrebbe non essere d’accordo?
Declinare le buone intenzioni in comportamenti, scelte, politiche e strategie concrete a livello Paese, e ancor più nella dimensione territoriale, è tuttavia meno semplice e immediato. Per questo Bruxelles, dopo aver adottato il “pacchetto circular economy”, ha iniziato a suggerire nuove misure, a pubblicare orientamenti, a proporre adeguamenti alla legislazione vigente.
E proprio qui entra in scena la valorizzazione energetica dei rifiuti.
“Ferma restando la gerarchia dei rifiuti e della loro gestione, che vede prioritari la prevenzione e il riciclaggio - ha dichiarato la Commissione - ciascuno Stato deve trovare il giusto equilibrio nelle capacità di termovalorizzazione”. E ancora: “Il recupero energetico di calore ed elettricità dai rifiuti, può effettivamente supportare gli obiettivi dell’economia circolare”.
Viene di fatto riconosciuta l’impossibilità di un modello ideale, ma del tutto inattuabile, in cui il 100 per 100 dei rifiuti può essere recuperato e riciclato.
La stessa Commissione ha voluto sottolineare come nell’Europa a 28 Paesi, più Svizzera e Norvegia, la capacità di termovalorizzazione sia cresciuta del 6 per cento tra il 2010 e il 2014, fino a raggiungere 81 milioni di tonnellate/anno. Svezia e Danimarca hanno la più elevata capacità di incenerimento con recupero energetico: rispettivamente 591 e 587 chilogrammi/anno per abitante. Seguono Austria, Finlandia e Belgio.
E non è un caso che si tratti di cinque Paesi spesso citati ad esempio per la loro attenzione alle questioni ambientali.


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