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Sanguineti: "Generazione digital… È la quarta rivoluzione" Stampa E-mail
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di Davide Canevari

La notizia è stata data a Seoul, a fine settembre, in occasione di Power-Gen Asia 2016: anche nella power generation è in atto una rivoluzione che l’industria di settore deve essere in grado di cogliere.


La rivoluzione - questo va subito chiarito - non riguarda però le sole nazioni emergenti, affamate di nuova potenza; è globale nel senso più ampio del termine, e certo non è circoscritta al perimetro del settore energy.
Tocca a Marco Sanguineti, responsabile Technology della business unit Power Generation di ABB, svelare di che cosa si tratta. “Siamo convinti che il successo nel settore della generazione sarà sempre più legato all’uso intelligente di dati generati e prodotti da dispositivi destinati ad essere sempre più interconnessi. L’integrazione di questi dati con le competenze e il know-how delle persone creerà nuovi servizi, in un ciclo che porterà una conoscenza senza precedenti dei comportamenti e delle potenzialità dei diversi strumenti”.
È la rivoluzione digitale.[...]

Possiamo provare a dare un ordine di grandezza del fenomeno?
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Certo, e lo farei partendo da alcune considerazioni generali, prima di scendere nel particolare della power generation. Secondo Accenture, la rivoluzione digitale è già oggi pienamente in atto. La multinazionale americana di consulenza e direzione strategica nel suo Technology Vision 2016 ha stimato che nel 2020 - praticamente domani! - il 25 per cento dell’economia mondiale potrà essere definito digital.
Sorprendente non è solo la portata, ma anche la velocità del fenomeno. Il sociologo americano Manuel Castells, commentando le prime fasi di sviluppo di Internet negli States, osservò che in soli tre anni il web aveva raggiunto 60 milioni di americani; alla televisione ne erano occorsi quindici e alla radio trenta. Ebbene, la rivoluzione digitale sta correndo ancora più veloce di Internet, a partire dal nostro vivere quotidiano.


Un semplice esempio...
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Immaginiamo di dover raggiungere una località - per lavoro o per vacanza - mai vista in precedenza. Oggi non solo è possibile prenotare tutto da remoto, senza dover per forza coinvolgere un’agenzia viaggi. Tramite Google map si può inoltre visualizzare l’ultimo tratto del percorso e cominciare a familiarizzare anche visivamente con la nostra meta, come se ci fossimo già stati di persona.
Sempre da remoto - e usando semplici device come un PC, un tablet o uno smartphone - possiamo confrontarci con i pareri di altri utenti o avere accesso a una gamma di servizi sempre più ricca e ampia. Anche questa è digitalizzazione.


Come evitare il rischio che la mole di dati accessibili diventi l’unica variabile di riferimento, togliendo il valore aggiunto della persona?
** Se l’automazione e la tecnologia vanno a sostituire le attività di routine o di servizio, in realtà finiscono per promuovere e valorizzare la risorsa umana, non per deprimerla! La persona non si limita a eseguire dei compiti “standard” e a fornire informazioni, ma può trasferire esperienze e conoscenze, valore aggiunto, la sua professionalità. È un indubbio salto di qualità. [...]

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