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IL GIORNALIERO | L’effeto dirompente della bio-industry elettrizza gli States Stampa E-mail

21 OTTOBRE 2016 - Le parole hanno un peso, anche negli States. Ok, la recente campagna presidenziale a stelle e strisce sembra fare carta straccia da gettare nel cestino di questa affermazione. In questo caso, però, le parole spettano allo US Department of Agriculture (USDA) e allo studio An Impact Analysis of the US Biobased Products Industry che un minimo di rigore scientifico e di credibilità ancora lo conservano.
I due termini che meglio lo descrivono sono explosive e thrilling. Come a dire: dirompente ed elettrizzante. Con il primo i ricercatori hanno voluto quantizzare l’effetto sull’economia americana delle produzioni a base bio di origine vegetale (dai fuel alle plastiche verdi, dal tessile ai materiali per l’edilizia, a tutta la filiera del legno derivante dalla cura delle foreste, con l’esclusione della generazione di energia da biomasse). Il secondo, a detta degli stessi autori, sintetizza la loro “sorpresa e reazione quando hanno inserito in una tabella, per la prima volta, tutti i risultati dell’indagine effettuata”.
392 miliardi di dollari di giro d’affari, 4,2 milioni di posti di lavoro considerando quelli diretti, indiretti e collegati, una crescita pari a 220 mila occupati negli ultimi dodici mesi.
La sola agricoltura beneficia attualmente di 264 mila unità con positive ricadute soprattutto sulle aree rurali che “per la prima volta dal 2007 hanno ormai portato il tasso di disoccupazione al di sotto del 6 per cento”.
La filiera forestale aggiunge di suo un altro milione abbondante di posti di lavoro e un giro d’affari da 93 miliardi di dollari/anno. Per altro le prospettive di ulteriore crescita per i prossimi 5 anni si confermano ampiamente positive.
Difficile non rimanere (bio)elettrizzati!

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