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PAUSA-ENERGIA
 
L'incerto futuro dello storico laboratorio Stampa E-mail

di Edmondo Ioannilli, Responsabile del Laboratorio dal 1996 al 2001

Già in connessione con la costruzione della centrale Emilia da parte di Edison, nel 1952, fu insediato a Piacenza il primo nucleo di quello che sarebbe poi diventato il Laboratorio Centrale Enel di Piacenza. Con la costituzione dell’Enel, nel 1963, l’Unità operativa fu inserita nell’ambito della Direzione centrale delle costruzioni, con il nome di Laboratorio centrale DCO (Direzione COstruzioni), con lo scopo di fornire assistenza specialistica per la costruzione, l’avviamento e l’esercizio degli impianti; le sue competenze vennero estese progressivamente ai campi della qualità dell’acqua, della combustio ne, del controllo dell’integrità dei materiali e dello studio della corrosione e formazione dei depositi, della protezione dell’ambiente circostante le centrali.
Con riferimento a quest’ultima disciplina, nei primi anni Settanta il Laboratorio centrale di Piacenza - che aveva organizzato un apposito gruppo di competenze - con il supporto iniziale di un’organizzazione statunitense e l’apporto stabile di oltre venti docenti universitari, realizzò un imponente studio di controllo ambientale degli effetti dello scarico termico di Caorso sul fiume Po, in conformità a standard metodologici di livello internazionale già adottati negli Stati Uniti e in Francia proprio in seguito allo sviluppo delle centrali nucleari. Il periodo che va dal ‘76 sino ai primi Anni ‘90 ha visto una progressiva espansione del ruolo e delle risorse umane e strumentali del Laboratorio. Nel periodo di massima espansione esso si estendeva su un’area di circa 50.000 metri quadrati di cui circa 16 mila coperti da fabbricati; l’organico di riferimento era di 270 persone, il valore della strumentazione, in costante aggiornamento, per le attività di laboratorio e di campagna, (laboratori mobili, natanti attrezzati, apparati meteorologici,eccetera) ammontava ad oltre 50 miliardi di lire, con un investimento annuale in strumentazione nell’ordine di 5 miliardi di lire.

Anni '70: un veicolo del Laboratorio centrale DCO sullo sfondo della centrale di Caorso

Negli Anni ‘90 il Laboratorio svolgeva, dunque, un importante ruolo di supporto specialistico in ambito nazionale per tutte le unità di Enel, sia per le costruzioni sia per l’esercizio di impianti termici, geotermici, idroelettrici, eolici e nucleari. Dal 1992 si era realizzata una progressiva apertura nei confronti del mercato esterno all’Enel - nazionale e internazionale - con una vendita di circa il 10 per cento della produzione.
Con l’avvio del processo di privatizzazione dell’Enel si pose, con una certa drammaticità, il problema della sopravvivenza e della destinazione del Laboratorio. Prevalse, alla fine, l’ipotesi di un accorpamento con la Produzione, privilegiando l’attività di supporto all’esercizio delle centrali. Quando nel 1998 furono costituiti tre “Poli di servizio specialistico” nazionali, il Laboratorio di Piacenza fu denominato Polo ambiente, materiali e chimica.
Nell’anno successivo Enel Produzione assegnò al Laboratorio di Piacenza, inserito nella nuova struttura Produzione-sistemi Integrati, insieme al Centro di ricerca di Pisa e alla Scuola di addestramento specialistico di Piacenza, la missione di sviluppare l’impiego di tecnologie di avanguardia, offrendo a clienti esterni, alle unita di business della produzione e alle altre strutture del Gruppo Enel servizi specialistici nei campi della compatibilità e accettabilità ambientale degli impianti, integrità strutturale degli impianti, chimica, fisica, impiantistica.
Il laboratorio faceva della qualità il suo punto di forza e operava con pieno riconoscimento dei clienti interni ed esterni nei suoi compiti istituzionali. La proiezione del risultato operativo per i primi anni del 2000, obiettivamente assai modesto (3 per cento dei ricavi), fu però giudicata insoddisfacente da Enel Produzione. Di qui la decisione di cedere nel 2002 il Laboratorio di Piacenza al Cesi, che nel frattempo aveva incorporato tutta la ricerca Enel, con l'eccezione del Centro di ricerca termica di Pisa. Attualmente il Laboratorio opera, ancora con successo pur tra tante difficoltà, nelle sue funzioni storiche, integrato in due unità di business denominate ambiente e generazione della struttura Cesi.

Purtroppo,anche a seguito della scissione tra le attività di ricerca e di servizio del Cesi, le attività storiche dell'unità non sono state più sostenute dal management con adeguati investimenti in risorse umane e strumentali e il futuro appare incerto. Attualmente tutte le attività Cesi della sede di Piacenza sono confluite nella divisione Ismes “Ambiente e Territorio ” di Cesi. Appare indispensabile che il settore della produzione di energia continui a richiedere le attività specialistiche in campo ambientale, anche per evitare che si disperdano competenze e professionalità difficilmente ricostruibili nel breve-medio termine. Una ulteriore decadenza del Laboratorio arrecherebbe un sicuro danno a tutto il settore elettrico italiano, cui verrebbe a mancare un supporto essenziale in discipline di grande importanza per la qualità del servizio elettrico, anche se poco presidiate all’interno del core business.

 

 

 
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