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Global warming: (non) diamo i numeri... Stampa E-mail

Torna al sommario di Nino Di Franco | ENEA, Unità Tecnica per l’Efficienza Energetica




Il presente lavoro intende contribuire al dibattito sul riscaldamento globale senza fornire dati climatologici, né tabelle, né grafici, né scenari tendenziali; e neppure richiamando affermazioni di scienziati o istituti di ricerca sul clima.


Il confronto tra apocalittici (i sostenitori del global warming di origine antropica) e gli scettici che lo negano (i cosiddetti negazionisti) è ormai un topos mediatico da un paio di decenni, spesso basato su contrapposizioni ideologiche orientate a dimostrare tesi precostituite, su cui aleggia uno dei più famosi aforismi sulla statistica:

__If you torture the data long enough, nature will always confess
__(Ronald H. Coase, 1960)

In ogni caso la letteratura che riguarda l’evoluzione del clima è sterminata, e chiunque voglia approfondire la tematica non ha che da frequentare biblioteche o googleare il termine global warming per accedere ad ogni tipo di dati o informazioni, e formarsi un’opinione. Ma è difficile che il tema possa essere approcciato in modo neutrale, completamente privi di condizionamenti o pregiudizi.
Già il personale orientamento politico può costituire un bias: organizzazioni ambientaliste e partiti green tradizionalmente pendono a sinistra, gli scettici - per definizione conservatori - pendono a destra. Ma anche l’età o il livello di scolarizzazione e di reddito possono orientare irrazionalmente l’aspettativa al giudizio, su un versante o sull’altro.[...]

L’umanità ha sperimentato la Guerra Fredda per più di quaranta anni, con la realistica possibilità dello scoppio di un conflitto nucleare che avrebbe compromesso per sempre l’avventura umana sulla Terra.
La decisione dell’amministrazione Reagan di dare corso al programma Scudo Spaziale (1983) accelerò la dissoluzione dell’impero sovietico, e la Guerra Fredda terminò simbolicamente con il crollo del muro di Berlino (novembre 1989). Nel 1988 era stato istituito l’Intergovernmental Panel On Climate Change (IPCC). Il Panel, non dovendo studiare il clima globale, ma il riscaldamento globale, lo individuava e, nel corso dei successivi cinque report, questo avrebbe prodotto effetti sempre più devastanti per l’umanità: dal sollevamento dei mari all’aumento di intensità e frequenza degli uragani, dalla diffusione di nuovi morbi alla desertificazione di aree fertili.
L’umanità transitava quindi dall’incubo nucleare all’incubo del riscaldamento. [...]

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